Indagato il grande tempio.
Il tempio su alto podio, di ordine corinzio e provvisto di una profonda cella, venne costruito in età augustea e fu profondamente ristrutturato fin dalle fondamenta nel II secolo d.C., a seguito di una serie di lesioni strutturali che avevano messo in pericolo l’intero edificio. Fra gli elementi architettonici recuperati dallo scavo vi sono frammenti di colonne e alcuni gocciolatoi di pietra a testa di leone di buona qualità, anch’essi risalenti alla ricostruzione del tempio. Presenti gli studenti e specializzandi di archeologia dell’Università di Napoli L’Orientale.
Ricerche dell'ateneo di Napoli a Cupra Marittima hanno portato alla luce un grande tempio romano, con colori e immagini in III stile pompeiano.
Nel grande tempio di Cupra le stesse cromie e le stesse decorazioni di Pompei. L'importante scoperta grazie alla campagna di scavo condotta dall'Università ...
Un intervento “impegnativo e costoso”, affermano gli archeologi, compiuto con le stesse avanzate tecniche che erano state impiegate a Pompei dopo il terremoto del 62 d.C, ovvero quello che aveva preceduto di qualche anno l’eruzione del Vesuvio. A dichiarare la scoperta in esclusiva all’Ansa è l’archeologo Marco Giglio dell’Università di Napoli che fa parte del team che sta conducendo la nuova campagna di ricerca: una missione dell’università campana in collaborazione con la Soprintendenza e con il comune di Cupra Marittima. Importante scoperta nel Parco Archeologico di Cupra Marittima: il grande tempio romano di Cupra costruito agli inizi del primo secolo d.C.
Pareti a grandi riquadri, dove il giallo dello zoccolo faceva da contrasto al rosso e al nero della fascia centrale, il soffitto di un incredibile azzurro.
E' la scoperta -raccontano in esclusiva all'ANSA gli archeologi Giglio e Pesando dell'Orientale di Napoli- che arriva dal sito marchigiano, dove l'università campana ha in corso uno scavo, in collaborazione con la soprintendenza e con il comune di Cupra Marittima che gestisce il parco archeologico. "I templi con l'interno della cella decorato da pitture sono rarissimi", fa notare Giglio "fino ad oggi se ne conosceva uno solo in III stile, quello della Bona Dea a Ostia oltre al criptoportico del santuario di Urbis Salvia, sempre nelle Marche, e il tempio di Nora in Sardegna". Costruito nel I sec.d.C, il tempio romano di Cupra, nel Piceno, fu in una prima fase decorato in III stile pompeiano, stesse cromie e stessi disegni delle case di Pompei.
Gli scavi archeologici di Cupra Marittima si concentrano sul tempio di Cupra e rivelano una incredibile somiglianza con lo stile di Pompei.
Le tecniche utilizzate per il restauro sono le medesime impiegate a Pompei dopo il terremoto del 62 d.C.; un altro parallelismo importante quindi tra il tempio di Cupra e la zona di Pompei. [Piceno](https://initalia.virgilio.it/capitale-italiana-cultura-2024-pesaro-58045), è stato caratterizzato da una serie di decorazioni colorati e immagini in stile pompeiano tanto da aver scelto le medesime caratteristiche e colorazioni. Il tempio romano di Cupra è stato costruito all’inizio del primo secolo d.C. Protagonista degli scavi è il grande tempio romano di Cupra nella zona del Piceno, che ha rivelato numerose somiglianze con lo stile di Pompei. Gli scavi archeologici di Cupra Marittima stanno dando importanti soddisfazioni; a raccontarlo è Ansa che ha reso note le scoperte in esclusiva. Le pareti a grandi riquadri hanno rivelato il giallo dello zoccolo a contrasto con il rosso intenso e il nero utilizzato nella fascia centrale.
Gli scavi archeologici a Cupra Marittima rivelano un reperto inestimabile, che risale all'antica epoca augustea.
All’interno l’arte pittorica e architettonica rispettano i canoni del [terzo stile pompeiano](https://montenapodaily.com/2022/08/08/pompei-emergono-armadi-e-bauli-contenenti-stoviglie-originali/), dato che ne presenta le stesse cromie e decorazioni già rilevate in alcune case romane e pompeiane dello stesso periodo: così il giallo, il rosso e il blu delle pareti del santuario possono di nuovo incantare, stupire e inspirare. Ritornano alla luce dopo secoli di buio le rovine del templio di Cupra Marittima, rivelando una particolarità più unica che rara: si tratta, infatti, di un templio dalle celle decorate, finemente dipinte con alcuni antichissimi pigmenti, che ancora brillano contro le pareti del nuovo ritrovamento.
Scoperta negli scavi, "Pochissimi i precedenti conosciuti". Zuchtriegel: "Una scoperta importante anche per Pompei"
Interessante, aggiunge, "anche l'uso della pittura in un santuario: lo stesso avviene a Pompei già con il primo stile come recentemente confermato dalle indagini promosse da Massimo Osanna al Foro triangolare che ora riprenderemo insieme alla Scuola Superiore Meridionale". Un intervento "impegnativo e costoso", spiegano gli archeologi, portato avanti con le stesse avanzate tecniche impiegate a Pompei dopo il terremoto del 62 d.C, quello che aveva preceduto di qualche anno la furia del Vesuvio. Per questo si ipotizza che a finanziare quei lavori, potrebbe essere stato lo stesso Adriano, che era nato in Spagna è vero, ma discendeva da una famiglia di Atri, sempre nel piceno, e che nel 127 d. quando su Roma regnava Augusto, il grande tempio romano di Cupra, nel Piceno, fu nella sua prima fase di vita riempito di colori e di immagini in III stile pompeiano, con le stesse cromie e gli stessi decori che all'epoca facevano bella mostra di sé nelle case più ricche di Roma e di Pompei. Abitata dalle famiglie degli eserciti di Marcantonio e Ottaviano e dai loro discendenti, Cupra , che aveva preso il suo nome proprio dalla divinità di quel tempio (per lo storico Strabone Cupra è un altro nome di Hera) era in quei decenni una cittadina fiorente, con un foro e il grande santuario di cui oggi resta purtroppo molto poco, ma che proprio gli scavi delle scorse settimane hanno permesso in qualche modo di ricostruire. "I templi con l'interno della cella decorato da pitture sono rarissimi", fa notare Giglio, "fino ad oggi se ne conosceva uno solo in III stile, quello della Bona Dea a Ostia oltre al criptoportico del santuario di Urbis Salvia, sempre nelle Marche e il tempio di Nora in Sardegna".
I vigili del fuoco ipotizzano si possa trattare del piromane seriale.
Le foto presenti su Marcheingol.it sono di proprietà e/o prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Queste le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli intervenendo, insieme all’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi e l’assessore al Bilancio Guido Castelli, all’incontro di Comuna...leggi 23/07/2022 Le regioni di provenienza delle new entry...leggi 18/07/2022 Vai all'edizione provinciale L’auto per cause in corso di accertamento, anche se l’ipotesi più accreditata è...leggi 25/07/2022 Nel 2021 le Marche hanno differenziato correttamente quasi 109.000 tonnellate di carta e cartone (+8.474 tonnellate rispetto all&...leggi 28/07/2022 Stando alle indagini Istat relative al biennio 2020-2021, sembra che il 48,3% delle donne con età compresa fra i 14 e i 65 anni, nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia ses...leggi 29/07/2022 Un agente della polizia stradale di Macerata, si è imbattu...leggi 27/07/2022 Un episodio che ha messo a rischio l’incolumità di tante persone che per le più svariate ragioni stanno transitando in autostrada. Il campione olimpico che non era parso particolarmente brillante nella prima sessione, è riuscito a stupire tutti raggiungendo i 2,30 metri di altezza, questa volta &egr...leggi 19/08/2022 Ma ci sono anche alcune spine che andranno affrontate, infatti nella nostra regione sono ben 5 le liste bocciate dai rispettivi collegi elettorali circoscrizionali per Camera e Senato che hanno pres...leggi 25/08/2022 Molte le città riviaresche che hanno aderito: Fano, Marotta...leggi 17/08/2022 Non ci è voluto molto a capire che l’incendio fosse di natura dolosa, e questo ha riaperto i sospetti nei confronti del piromane seriale che da qualche anno imperversa nella zona.
Sensazionale scoperta nel Tempio di Cupra Marittima: scoperti da archeologi dell'Orientale di Napoli colori giallo e blu come a Pompei.
Colori e opere che ora rivedono la luce grazie alle operazioni di scavo napoletane. C’era anche un foro e un grande santuario di cui oggi resta poco ma gli scavi hanno portato alla luce un collegamento con la città campana che era stato ‘cancellato’. In particolare sono stati riportati alla luce i colori originali delle pareti dell’antico tempio romano facendo emergere una parete a grande riquadri in cui il giallo si alterna al rosso intenso, passando per il soffitto azzurro.