Mara Carfagna

2022 - 8 - 9

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Mara Carfagna, le indiscrezioni: accordo Calenda-Renzi? E lei... (LiberoQuotidiano.it)

Matteo Renzi e Carlo Calenda alla fine correranno insieme? Non è dato saperlo, almeno per il momento. Perc certo il loro percorso sembra esser...

Una riguarda la legge che, in caso di coalizioni, fissa una soglia al 10%. Ciò significa che se la coalizione non raggiunge quella soglia, la lista al suo interno che non supera il 3% non concorre alla ripartizione dei seggi. Intanto, però, mentre il leader di Azione dice di essere concentrato solo sulle firme, l'ex premier si mostra più aperto alla possibilità di un'alleanza: "Se Calenda ha voglia di fare un ragionamento serio noi ci siamo. Perc certo il loro percorso sembra essere iniziato in salita, sia per l'ostacolo delle firme che Azione dovrebbe raccogliere sia per la eventuale spartizione dei collegi.

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Calenda-Renzi, accordo tutto in salita: la mossa disperata è la ... (Il Secolo d'Italia)

Grandi manovre al centro, ma l'accordo tra Calenda e Renzi non decolla ancora. Si fa strada l'ipotesi di Mara Carfagna candidata premier.

La prima e quella di una corsa in solitaria con il nome Renzi sulla scheda e l’accordo con alcuni simboli tra cui la Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti e la lista Moderati di Mimmo Portas. La seconda è quella di un accordo con Azione per una lista unitaria”, hanno spiegato in serata sempre le fonti di Iv. Per sapere se ci sarà una intesa soddisfacente con Calenda bisognerà ancora aspettare qualche giorno. Anche nell’idea di sfidare il centrodestra con una candidatura femminile in chiave anti-Meloni. Secondo Il Giornale, “lo schema più accreditato è la lista unica con Mara Carfagna nel ruolo di testa di ariete e candidata premier”. Ma è prematuro dirlo, e ribadisco: ‘non ho chiuso l’accordo con Renzi’. Avendo imparato dalla esperienza precedente lo dico solo se c’è una cosa sicura”. Non fa nomi, Calenda, ma sui giornali di oggi l’ipotesi Carfagna come collante dell’asse Renzi-Calenda è molto quotata. Ma lo stessa tema agita anche la numerosa pattuglia di uscenti Iv. “Con il 5%, a portata di mano, siamo sicuri di portare in Parlamento il nostro gruppo storico. “Nulla”. Già all’ora di pranzo, a chi gli chiedeva lumi, Matteo Renzi rispondeva che ancora non era aria per una intesa con Carlo Calenda. Il ‘lavorio’ tra Azione e Iv in realtà è partito, ma ancora mancano alcuni pezzi per definire il puzzle. Su questo tema, è anche il Pd ad alimentare la polemica: “C alenda è nelle mani di Renzi: deve raccogliere in due giorni le firme, una cosa impossibile”, ha detto il governatore toscano Eugenio Giani. Ma sarebbe soprattutto la questione dei posti in lista a tenere banco, come sempre in caso di ‘matrimoni’ elettorali.

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L'affondo di Mara Carfagna: "Giuseppe Conte dovrebbe vergognarsi" (La7)

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Cosa succede tra Renzi e Calenda, l'ipotesi di accordo e l'idea di ... (Open)

L'accordo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda per il Terzo Polo è a un passo dal sì. Oggi i due leader di Azione e Italia Viva si incontreranno. Per parlare di ...

Soprattutto al Nazareno. Dove si fa notare che «al massimo Renzi e Calenda insieme fanno ‘agenda Cingolani’ che non a caso piace a Salvini». Secondo i Dem «è interessante come i due leader più impopolari d’Italia cerchino la luce riflessa di uno come Draghi che è ai loro antipodi per serietà e rispetto della parola data». Secondo il Corriere della Sera invece la trattativa si è arenata sui posti in lista. A giudicare sulla questione sarebbero in ogni caso gli uffici centrali circoscrizionali (per la Camera) e gli uffici elettorali regionali (per il Senato). Proprio per questo sarebbe troppo rischioso fare affidamento solo sui pareri. Che si riferiva proprio a lui, è l’interpretazione. Ora, a parte l’ironia della sorte che vedrebbe il Pd utilizzato per far correre Calenda alle elezioni dopo il posto all’Europarlamento e il rifiuto dell’alleanza con Letta, va detto che all’epoca lo stesso Calenda era un iscritto al Pd e il deposito del simbolo venne effettuato dal partito. Ieri Calenda ha schierato il professor Sabino Cassese. Il giudice emerito della Corte Costituzionale ha rilasciato un parere in cui dice che Azione non ha bisogno della raccolta firme perché alle Europee il Pd si è presentato con il contrassegno Siamo Europei nel simbolo. Ovvero Carfagna e Bonetti. Anche se la prima ha ribadito ieri che Azione un leader ce l’ha già. E in ballo c’è anche la questione Draghi. Il Terzo Polo vuole fare campagna elettorale sul suo nome. Il piano A è ovviamente il Terzo Polo con il suo ex ministro dello Sviluppo. In questo caso scenderebbero in campo le due candidate. O meglio, non ha intenzione di far spendere il suo nome a chi vuole fare campagna elettorale su di lui. Ovvero la Lista Civica Nazionale di Federico Pizzarotti, i Moderati di Portas, il Pri (il cui storico segretario Giorgio La Malfa però vuole allearsi con il centrosinistra) e il Mezzogiorno federato di Claudio Signorile. Con l’appoggio della Fondazione Einaudi. Si tratterebbe ovviamente di una soluzione tampone. In quel caso il nome di Draghi tornerebbe in auge per Palazzo Chigi. Ma l’ipotesi sembra sviluppare molte ironie. Mentre è sul tavolo anche la questione del front runner dell’alleanza (che prevede anche Pizzarotti). Dopo le offerte del senatore di Firenze all’ex ministro dello Sviluppo, si va verso una leadership femminile. Dall’inizio. Un retroscena di Repubblica oggi spiega che Renzi ha previsto un piano A e un piano B. Il piano B è quello della corsa solitaria. Come la questione del numero delle liste e la spartizione dei posti nei collegi uninominali e plurinominali.

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Calenda-Renzi, spunta il nome di Carfagna per il Terzo Polo. Lei ... (Il Gazzettino)

Per Renzi il frontman può essere Calenda. Ma lui: «Possibile una scelta al femminile». E la ministra si schermisce: «Io come front runner?

«E poi non abbiamo alcuna intenzione di fare una coalizione che potrebbe perdere una gamba a causa di un ricorso a una Corte d’appello», dice chi tratta per conto di Iv. Le firme, per presentare le liste, noi ce l’abbiamo...». Chiara l’allusione alla difficoltà di Calenda sul tema della raccolta delle sottoscrizioni, ora che è sfumata l’alleanza con +Europa. Difficoltà che secondo Azione sono «superate». Ma Renzi non si fida e spinge per una lista unica, visti anche i sondaggi tutt’altro che incoraggianti. Oggi dovrebbe essere il giorno della verità. Da entrambi i fronti non si esclude un incontro tra i due. Dall’entourage del senatore di Rignano, filtra un amaro scetticismo: «Sarebbe bello costruire il Terzo polo, sarebbe la novità di questa campagna elettorale. Eppure l’ipotesi avrebbe i suoi perché. Permetterebbe alle due prime donne, Calenda e Matteo Renzi, di non scannarsi per la leadership che il capo di Italia viva fa sapere di essere disposto a cedere all’ex ministro dello Sviluppo pur di averlo con sé. Insieme al 50% dei collegi. Dopo l’esperienza con Letta parlo solo se c’è una cosa certa», dice il primo. E qualche fonte sussurra il nome di Mara Carfagna, la ministra del Sud appena approdata ad Azione assieme a Maria Stella Gelmini. Provenienza: Forza Italia. Lei si schermisce: «Io front runner? In pochi però credono che il leader di Azione faccia sul serio. Anche perché la lista va presentata entro la settimana e domani Renzi vuole presentare il suo libro alla Versiliana «con un quadro chiaro». Però Calenda viene descritto ancora «tormentato»: «Non mi piace l’idea di una lista unica». E perciò «ancora tentato di correre da solo»: «Il Terzo polo si può fare soltanto con Azione», dice uno dei suoi, «il modello-Roma, la corsa in solitaria contro tutto e tutti che lo portò al 20%, stuzzica Carlo. Anzi, è rimasta dentro al suo cuore...». Si vedrà. Vedremo», afferma il secondo. «Non parlo più di accordi finché sono stati siglati col sangue. «Deve essere chiara una leadership nel Terzo polo, sempre se ci sarà l’accordo. Io o Renzi? Può essere magari anche un terzo o una terza, chi lo sa...». Carlo Calenda, anche se il cantiere per l’accordo con Matteo Renzi è ancora aperto e l’epilogo è tutt’altro che scontato, butta là l’ipotesi di una donna come front runner del fronte moderato.

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Elezioni 2022, Carfagna: "Io front runner terzo polo? Azione un ... (Yahoo Notizie)

(Adnkronos) - "Azione un leader ce l'ha già". Risponde così la ministra per il Sud Mara Carfagna a In onda su La7, a una domanda su una sua possibile ...

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Tertium datur | La scommessa dell'alleanza tra Renzi e Calenda ... (Linkiesta.it)

I due leader farebbero un passo indietro, il ruolo di frontrunner toccherebbe a Mara Carfagna, con il progetto Draghi presidente del Consiglio.

Il Pd ha capito che deve fare tutto da sé (i suoi alleati non portano esattamente grandi masse di elettori) e punta ad un risultato che oggi sembra incredibile ma forse è più alla portata di quanti non sembri: il 30%, primo partito, davanti alla Meloni. L’obiettivo strategico che Renzi e Calenda condividono è esattamente questo: togliere voti a questa destra. Malgrado Aristotele, è ben possibile che tertium datur: oggi Matteo Renzi e Carlo Calenda si vedono forse per un incontro decisivo.

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Firme e simbolo, stasera il vertice per chiudere. Verso il ticket ... (il Giornale)

In amor vince chi fugge. Tra Matteo Renzi e Carlo Calenda il matrimonio s'ha da fare e si farà.

Ma prima bisogna entrare in Parlamento. Col 5% se va bene il listone il Terzo polo ne potrebbe eleggere una quindicina, tra sette e dieci alla Camera e 4-6 al Senato. In tanti scalpitano, da Mara Carfagna a Maria Stella Gelmini («Vedremo se Renzi è disposto ad affrontare con noi questa sfida», dice), da Maria Elena Boschi a Elena Bonetti. Molti erano pronti a sfidare i big nei collegi uninominali, forti anche dell'alleanza già sancita con la Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti e la lista Moderati di Mimmo Portas che rassicurerebbe Renzi in caso tutto saltasse all'ultimo minuto. A Milano si dà per fatto l'ingresso di Gabriele Albertini («cerca visibilità, ma qualche voto ce l'ha ancora»), Letizia Moratti e pare gli ex azzurri legati al giro ciellino di Mario Mauro e Roberto Formigoni. Nomi di peso in grado di complicare la riconferma del centrodestra al Pirellone. Nel Lazio «lo strappo tra Pd e M5s è difficilmente ricucibile, e senza i nostri voti il Pd andrà in tilt». Il leader di Italia Viva deve fronteggiare non solo l'apparente freddezza del probabile alleato («Raccogliere in due giorni le firme senza una lista è impossibile, i due l'hanno capito...») ma anche e le resistenze di chi, dentro il partito, non ci sta a farsi dettare troppe condizioni: «Ma il Terzo polo richiede generosità e impegno», avrebbe detto Renzi ai suoi. «C'è una casa comune a Bruxelles che si chiama Renew Europe - dice l'ex premier - Se vogliamo costruirla anche in Italia, noi siamo della partita. Vedrete, dopo il 25 settembre succederanno tante cose». Qualcun altro ironizza sul «pendolo di Calend», emulo del pendolo di Foucalt. «Solo che qui a ruotare non è la Terra eh...», si lascia sfuggire una delle persone che sta trattando la delicatissima partita. La sbruffonata di dire «Azione non deve raccogliere le firme, lo dice il Parlamento europeo» è durata lo spazio di un tweet, finché qualcuno dell'entourage di uno dei transfughi di Forza Italia non ha fatto presente che le firme servivano, eccome.

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