Calenda

2022 - 8 - 7

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Calenda: "Non intendo andare avanti con questo accordo". Letta ... (Rai News)

Gelmini: "Rispettare i patti". Segreteria +Europa: bene patto con Pd e Azione. Meloni: "Il Pd critica Renzi e ammette il suo fallimento"

"Siamo diversi dal Pd e dagli altri partiti dell'alleanza e faremo campagna elettorale sui nostri temi". Così Mariastella Gelmini in un'intervista a La Stampa in cui sottolinea: "Il Pd doveva fare chiarezza e assicurare il rispetto del patto sottoscritto con noi. Il prossimo presidente del Consiglio "sarà una proposta che spetta a chi nella coalizione ha preso più voti, naturalmente in accordo con gli alleati. L'alleanza si basa su due distinte aree: quella liberale, popolare e riformista rappresentata da Calenda e quella di sinistra, rappresentata da Letta".Per Gelmini "l'accordo con Si e Verdi - prosegue - resta un problema di Letta, fintanto che non mette in discussione i cardini del patto Azione-Pd. E' evidente invece che un eventuale ingresso in questa alleanza elettorale del Movimento 5 Stelle produrrebbe la nostra immediata uscita. Gli rispondiamo con un sorriso, con lavoro e idee per far tornare grande l'Italia. Bacioni... che poi da Makkox a Maalox è un attimo". Lo scrive su Twitter il segretario della Lega, Matteo Salvini, commentando l'intervista dei giorni scorsi a la Repubblica del vignettista di Propaganda Live, l'Espresso e Il Foglio. Intanto perché non esiste uno spazio al centro, lo dimostra il fatto che Toti, Brugnaro e gli altri centri e centrini sono stati risucchiati di là", inoltre "una eventuale rottura all'indomani di un patto con noi non verrebbe compresa dagli elettori". Lo dice Enrico Borghi, deputato del Pd, in un'intervista al Corriere della Sera. Rispondendo all'attacco di Renzi, che ieri al Corriere ha accusato Letta di aver parlato con tutti tranne che con Iv per vendette personali, Borghi afferma: "nessun veto, nessuna pregiudiziale verso nessuno, tanto meno verso Italia viva". Renzi, afferma Borghi, "pensa di mettersi al centro e fare l'ago della bilancia sottraendo voti alla destra e alla sinistra" ma"in uno schema maggioritario si vince con un voto in più, quindi il terzo polo non esiste". Né avremmo potuto ritenerci soddisfatti di ritrovarci dopo a fare opposizione a Meloni e Salvini, senza aver provato a fermarli prima". Quanto al governo Draghi, dice: "non abbiamo nessun pregiudizio sull'operato del governo, mica ha fatto solo cose negative. Una destra alleata con Vox in Spagna, con Le Pen in Francia e con Afd in Germania: conosciamo le loro posizioni, anche in tema di diritti". "I nostri elettori spero capiscano che, se fossimo andati da soli, avremmo fatto vincere al centrodestra circa 20 collegi, non potevamo farlo - aggiunge -. Dopo il confronto ruvido a distanza con Carlo Calenda, "lo invito a prendere un tè, così ci conosciamo di persona e parliamo un po'", dice - in un'intervista a La Stampa - Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che propone al leader di Azione di stabilire "un canale di comunicazione che non sia quello dei social". Bonelli rimarca come "la cornice di questa alleanza elettorale è la difesa della democrazia e della nostra Costituzione, rispetto a una destra che la vuole cambiare. "Il presidenzialismo proposto da Giorgia Meloni potrebbe tradursi in un regime autoritario sul genere di quello di Orban, dove il presidente della Repubblica perde il ruolo di garante della Costituzione perché non è più una figura super partes. È in gioco il futuro del pianeta". Così su twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Il leader di Azione a breve sarà ospite di Mezz'ora in più su Rai 3, intervistato da Lucia Annunziata. Da parte nostra invece parleremo di contenuti, del nostro progetto per far ripartire l'Italia".

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Attesa per le mosse di Calenda. +Europa: il patto va bene (ANSA Nuova Europa)

E' attesa per le prossime mosse di Carlo Calenda dopo il "patto per la Costituzione" stretto ieri dal Pd con Sinistra Italiana, Verdi e Di Maio.

Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. Ed ho sbagliato". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre. "C'erano due pulsioni, una a fare una proposta di governo una a fare un Cln (Comitato di liberazione nazionale) e alla fine in Enrico è rimasto al Cln" precisa il leader di Azione. "Renzi non l'ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Populismo d'élite, ma pur sempre populismo". Lo si legge sui canali social del Partito Democratico a corredo di un video con stralci delle dichiarazioni dello stesso Calenda e di Enrico Letta subito dopo l'accordo tra Pd e Azione/+Europa lo scorso 2 agosto. "Il Partito Democratico esprime forte apprezzamento per la nota diramata poco fa dalla Segreteria di +Europa, che ribadisce il proprio sostegno al Patto sottoscritto martedì scorso tra lo stesso Pd e la Federazione +Europa/Azione", fanno sapere fonti del Nazareno. Non ho parlato con Renzi, ci parlerò". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre. Vede una strada convergente? Quando abbiamo fatto l'accordo ci siamo detti che dal giorno dopo un pezzo della coalizione non avrebbe bombardato l'agenda Draghi, sennò ci saremmo fatti ridere dietro dal Paese". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre. "A questa proposta si sono aggiunte personalità che italiani non vogliono più vedere". Calenda ha poi aggiunto che "è arrivato di tutto, Di Maio, Di Stefano..." Ora c'è "una grande ammucchiata di persone. "In politica contano le relazioni tra persone e il reciproco rispetto pur nelle differenze. Ma c'era un punto chiaro, il fatto che entrassero in coalizione Fratoianni non implicava che esprimessero da subito il no all'agenda Draghi. Invece c'è stato un crescendo, che ha dimostrato come sarà la campagna elettorale, che non sarà contro la destra ma demolirà l'area liberale della coalizione". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più. "Questa cosa è durata anche troppo. Il resto, compreso l'attacco alla destra e alla sinistra tutte uguali, è populismo. Da parte mia non c'è stato un equivoco, ma l'ingenuità che il Pd fosse pronto a decidere di rappresentare la sinistra senza correre dietro a Fratoianni, Bonelli e domani ai 5 stelle, che Letta avesse capito che la coerenza è fondamentale. Negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria". "La sensazione è che c'è il Pd in mezzo e poi una serie di forze, ho perso il conto. Ma mano a mani si univano pezzi che stonavano". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre. "Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. MI sono un po' perso". "Nei giorni scorsi sono andato da Enrico Letta e gli ho proposto di fare un'alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%" ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre.

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Calenda ha rotto l'alleanza con il Pd: "Scelta sofferta, ma non si può ... (Il Foglio)

Il segretario di Azione, ospite di Lucia Annunziata, dice di avere comunicato a Dario Franceschini che uscirà dall'accordo elettorale, alla luce delle ...

"Serve un minimo di coerenza valoriale", spiega ancora Calenda. "Non si può fare un'alleanza 'contro'. Nel Pd - dice - c'era una pulsione a fare una proposta di governo e una a fare il Comitato di liberazione nazionale. C'è stato un crescendo che ha dimostrato come sarà la campagna elettorale, che non sarà contro la destra ma con l'intento di demolire l'area liberale della coalizione", ha aggiunto. Populismo d'élite, ma pur sempre populismo", si legge sui canali social del Partito democratico a corredo di un video con stralci delle dichiarazioni dello stesso Calenda e di Letta subito dopo l'accordo dello scorso 2 agosto. "Il Pd non riesce a dirsi: 'Io rappresento la sinistra, devono sempre andarsi a prendere un pezzo della sinistra della sinistra", aggiunge Calenda, che spiega così i cortocircuiti interni all'alleanza di centrosinistra: "Il grande dubbio che la sinistra italiana non scioglie mai è essere partito di governo o massimalista. Intanto, su Twitter, Gianfranco Rotondi cingueutta: "Carlo Calenda scappa perché ha saputo quel che io prevedevo da giorni: Enrico Letta ha in tasca l'accordo con il M5s e lo tirerà fuori all'ultima ora utile". E anche lui, Calenda, nel salotto di Mezz'ora in più anticipa questo futuribile accordo rosso-giallo che, dice, si realizzerà all'ultimo momento. Ma mano a mano che si andava avanti, a questa alleanza si aggiungevano pezzi che stonavano", dice. "Ed è questo l'elemento che mi fa decidere, ho deciso di fare politica nel 2018 quando il Pd prese il minimo storico, e l'ho fatto per contrastare il populismo becero, pensavo che il Pd fosse l'unico argine, poi il Pd ha preso una strada differente", prosegue Calenda. "Questa legislatura ha visto tutto il contrario di tutto, e due sono stati i punti di rottura, l'incapacità di trovare un nome diverso a Mattarella e l'ingnominia internazionale della caduta di Draghi. La sensazione che si è data ieri è che ci sia il Pd in mezzo e intorno una serie di forze di cui io ho anche perso il conto. Ora mi trovo a fianco persone che hanno votato 55 volte la sfiducia a Draghi, più dei Cinque stelle, e che hanno inquinato il dibattito italiano per quattro anni", spiega Calenda. "Non mi sento a mio agio con questo. "Non ho mai voluto la fine del Pd, credo che all'Italia serva un grande partito socialdemocratico e liberale", dice. "Ho fatto un negoziato con Enrico Letta avendo sempre in mente questa idea: abbiamo la credibilità per dire agli italiani che c'è un'altra Italia possibile, che non promette ma che realizza. "L'incontro tra me e Letta si fondava sul rifiuto dei Cinque stelle che avevano votato la sfiducia a Draghi e proponevano ricette irrealizzabili. Il segretario di Azione, ospite di Lucia Annunziata, dice di avere comunicato ai dem che uscirà dall'accordo elettorale, alla luce delle intese sottoscritte ieri con Sinistra italiana, Europa verde e Impegno civico.

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Carlo Calenda verso la rottura con lo schieramento di centrosinistra (La Repubblica)

Secondo alcune fonti interne, l'ex ministro dello Sviluppo economico avrebbe ormai deciso. Esce dalla coalizione che, suo giudizio, ha preso una piega di…

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Calenda rompe con il Pd: «Coalizione fatta per perdere». E apre a ... (Open)

«Una delle decisioni più sofferte da quando sono in politica. Ma oggi mi trovo a fianco a persone che hanno inquinato il dibattito politico italiano» ha ...

Sicuramente faremo scelte idealiste». Tuttavia, il politico ha anche fatto notare che «negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria». «Pensavo che Letta avesse imparato dal campo largo» – ha spiegato il politico – «invece c’è stato un crescendo, che ha dimostrato come sarà la campagna elettorale, che non sarà contro la destra ma demolirà l’area liberale della coalizione». Il leader di Azione Carlo Calenda ha deciso di uscire dall’alleanza con il Pd, sottoscritta appena quattro giorni fa con Enrico Letta: «Una delle decisioni più sofferte prese da quando sono in politica.

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Elezioni politiche 2022, ultime notizie | Calenda rompe l'alleanza ... (Corriere della Sera)

Le notizie sugli schieramenti, i candidati e i partiti in diretta, in vista della tornata elettorale del 25 settembre.

L’alleanza si basa su due distinte aree: quella liberale, popolare e riformista rappresentata da Calenda e quella di sinistra, rappresentata da Letta». «L’accordo con Si e Verdi - prosegue - resta un problema di Letta, fintanto che non mette in discussione i cardini del patto Azione-Pd. È evidente invece che un eventuale ingresso in questa alleanza elettorale del Movimento 5 Stelle produrrebbe la nostra immediata uscita. Calenda non cerca la rottura dell’alleanza appena siglata con il segretario dem Letta, ma «ha posto un problema di coerenza», dice Mariastella Gelmini in un’intervista a La Stampa: «Il Pd doveva fare chiarezza e assicurare il rispetto del patto sottoscritto con noi. Gli rispondiamo con un sorriso, con lavoro e idee per far tornare grande l'Italia. Bacioni... che poi da Makkox a Maalox è un attimo». Lo scrive su Twitter il segretario della Lega, Matteo Salvini, commentando l'intervista dei giorni scorsi a la Rapubblica del vignettista di Propaganda Live, l'Espresso e Il Foglio. «La Segreteria di +Europa ribadisce il forte apprezzamento per il patto sottoscritto martedì scorso dalla Federazione +Europa/Azione con il Partito Democratico». E' quanto si legge in una nota. «Ora è ufficiale, il carrozzone composto da Letta, dal partito di Tabacci, Sinistra e Verdi, Calenda, Gelmini e Carfagna è servito. «Non intendo andare avanti con alleanza con Pd», lo ha annunciato il segretario di Azione Carlo Calenda durante la trasmissione Mezz'ora in più. «Alla vigilia di queste elezioni ho intrapreso un negoziato col Pd, per costruire una alternativa di governo. Non ho parlato con Renzi, ci parlerò». Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Mezz'ora in più, su Rai Tre. «Negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria». «Fatte queste premesse ci prenderemo 48 ore per decidere cosa fare noi alla luce di questa rottura di Calenda con la coalizione di centrosinistra». (Alessandra Arachi) «Letta è stato chiaro, ha detto no al Movimento 5 stelle e ha definito bene il perimetro: con +Europa un programma di Governo e con gli altri un accordo elettorale. «C'è grande sorpresa per la decisione unilaterale presa da Calenda. Noi continuiamo a dare una valutazione positiva al patto col Pd». Lo dice il deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi. «Nel patto siglato col Pd era evidente che ci sarebbero state altre liste ed era evidente che ci sarebbe stato un rapporto politico privilegiato con noi, basato sulla continuità dell'azione del governo Draghi, rispetto al patto elettorale con le altre liste. Prendo atto della scelta di Calenda che ha scelto gli interessi del suo partito anziché rafforzare il campo per battere la destra». (Alessandra Arachi)«Per quel che mi riguarda io tengo fede al patto che abbiamo firmato martedì con il Pd, per me quello è il punto di riferimento.

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Calenda rompe il patto con il Pd: “Decisione sofferta, ma non ... (Dire)

"L'alleanza si è trasformata. Ho proposto a Letta di farne una netta, ma mi sono ritrovato a fianco con persone che hanno votato la sfiducia a Draghi e a ex ...

E a proposito di come il Pd porterà avanti ora la politica delle alleanze Calenda dichiara: “Lo sa come andrà a finire? Per ora ho ricevuto una quantità di contumelie da parte dei renziani che nella mia vita non mi era mai capitata”. ROMA – Ha la voce rotta dall’emozione Carlo Calenda a “In mezz’ora in più” nell’annunciare che non correrà in alleanza con il Pd. “ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza. Ho detto a Letta, ‘questa cosa gli italiani non la capiranno’. Gli ho proposto di fare un’alleanza netta, io rinuncio ai collegi”. Io ho deciso di fare politica dopo le elezioni in cui il Pd aveva preso la quota più bassa nel 2018. Calenda riepiloga: “È una delle decisioni più sofferta che ho preso da quando ho deciso di fare politica.

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Lo strappo di Calenda: "Non intendo andare avanti con l'alleanza ... (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

AGI - Carlo Calenda annuncia la rottura del patto elettorale con Pd in diretta tv, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata a In mezz'ora in più su ...

Resta in piedi al momento, l'accordo tra +Europa e il Pd. L'accordo era stato confermato dalla segreteria poco prima dello strappo di Calenda, con una nota "fortemente apprezzata" dalla segreteria dem. Di certo in questi giorni ho ricevuto dai renziani una quantità di contumelie incredibile". La scelta è stata del Pd". "Il Pd non riesce a dirsi 'io rappresento la sinistra', deve sempre andare a cercare un pezzo della sinistra piu' sinistra", continua Calenda che assicura di non aver mai "avuto l'obiettivo di distruggere il Partito democratico. Sostituire i 5S con ex 5S e gente che ha votato la sfiducia a Draghi ed è contro la NATO è insensato. AGI - La "scelta più sofferta" della sua carriera politica la annuncia in televisione, dopo ore di silenzio.

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Countdown. Tutti appesi a Calenda. E la Bonino sta col Pd (L'HuffPost)

Il leader di Azione si è preso una notte per riflettere, ma la tentazione di salutare il Campo progressista è forte. Oggi, ospite di “In me…

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Elezioni, Calenda: "Azione non andrà avanti con alleanza insieme ... (Sky Tg24)

Il leader di partito ha annunciato la marcia indietro in vista del voto del prossimo 25 settembre. "Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 ...

Fuori dalle intese strette dai dem c’è anche Italia Viva. Calenda ha detto di non aver ancora sentito il leader Matteo Renzi, a cui però dirà “che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. E ho sbagliato". Calenda ha anche commentato il rapporto con +Europa ed Emma Bonino: "A un certo punto di questo processo non ho più capito se l'obiettivo comune era cercare una precisa collocazione o mettere tutto e il contrario di tutto". Ma mano a mano si univano pezzi che stonavano", ha detto Calenda, che ha aggiunto: "Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. Mi sono un po' perso". In questo progetto politico "non c'è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica, così ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza". Il segretario dei democratici Enrico Letta, ha aggiunto, era già stato avvisato ieri, dopo che “nei giorni scorsi” Calenda gli aveva proposto “di fare un'alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%”. Subito è arrivato il commento di Letta, che sul suo profilo Twitter ha scritto: "Mi pare da tutto quel che ha detto che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell'interesse dell'Italia". Poi la risposta, sempre via Twitter, di Calenda: "No Enrico. In verità eri tu. Questa coalizione di centrosinistra, ha detto Calenda, "è fatta per perdere, c'era l'opportunità di farne una per vincere. Una decisione difficile - “la più sofferta” – che è stata presa dopo gli ultimi sviluppi nel campo delle alleanze del centrosinistra: le intese siglate dal Pd con i Verdi, Sinistra Italiana, Impegno Civico, Insieme per il futuro e +Europa, che aveva già precisato di voler proseguire con l'alleanza. "Alla vigilia di queste elezioni ho intrapreso un negoziato col Pd, non ho mai voluto distruggere il Pd, con Letta abbiamo iniziato un negoziato per costruire una alternativa di governo. Il leader di partito ha annunciato la marcia indietro in vista del voto del prossimo 25 settembre.

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Calenda rompe l'accordo con il Pd e lascia la "grande ammucchiata" (askanews)

Roma, 7 ago. (askanews) – Azione rompe il patto elettorale con il Pd. “Non intendo andare avanti con questa alleanza”, ha detto il leader Carlo Calenda ...

Il 25 settembre si cambia!” ha detto Salvini dopo le ultime parole di Carlo Calenda. Poi è arrivato Matteo Salvini: “A sinistra caos e tutti contro tutti! Sono andato da Letta e gli ho detto: rinuncio ai collegi e alleiamoci insieme.

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Le reazioni sui social alla rottura di Calenda con il Pd: «Letta ... (Corriere della Sera)

«Oggi Carlo Calenda ha iniziato la sua campagna elettorale per consegnare l'Italia alla destra alleata di Putin e Orban. Il Pd, con europeisti progressisti ...

Litigano su tutto e non sono in grado di fare una proposta agli italiani. Intanto gli italiani lottano con crisi economica e caro vita— Giorgia Meloni ?? ? (@GiorgiaMeloni) August 7, 2022 Litigano su tutto e non sono in grado di fare una proposta agli italiani. Per commentare lo strappo di Calenda pubblica un gioco di parole: «Quando si dice Calendarizzare gli impegni» L?alleanza di sinistra va ancora una volta in frantumi. Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, pare quasi sorpreso dall'avvenimento imprevisto, citando un format tv tutto da ridere, ovviamente di Mediset, il polo televisivo della famiglia Berlusconi. E scrive: «Sembra di stare a "Scherzi a parte". L'alleanza di sinistra va ancora una volta in frantumi. L'economista Riccardo Puglisi immagina qualcuno in lacrime tra gli esponenti del Partito Democratico che hanno twittato a caldo la notizia della rottura. Il 25 settembre si cambia!— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) #25settembrevotolega #LettaCalenda #ElezioniPolitiche22 #mezzorainpiù pic.twitter.com/vsxumImukt August 7, 2022 Calenda non sposa più Letta, forse scappa con Renzi. Letta mollato sull?altare pensa al suo vecchio amore Conte. Il finale tra 7gg, quando scadrà termine per alleanze. Intanto gli italiani lottano con crisi economica e caro vita». Ha forse un tono di delusione il messaggio che Marco Meloni, coordinatore della segreteria del Pd, affida ai social. Calenda non sposa più Letta, forse scappa con Renzi. Letta mollato sull’altare pensa al suo vecchio amore Conte. Il finale tra 7gg, quando scadrà termine per alleanze.

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Che cos'è la Bad Godesberg nominata da Calenda (Inside Over)

Carlo Calenda rompe col Partito Democratico dopo la decisione di Enrico Letta di imbarcare Sinistra Italiana e Verdi nella coalizione progressista e accusa ...

La Bad Godesberg del 1959 è già stata vissuta dall’ex Pci, che comunque restava figlio di un mondo ideologico molto solido, capace di adattarsi al mondo criticamente. L’affondo di Calenda contro il Pd è una stilettata sottile ma che impone un giudizio di valore chiaro: alleandosi con partiti come la Sinistra di Frattoianni e i Verdi i dem, che si presentano all’esterno, con vanto, come uno dei partiti riformisti più grandi d’Europa, avrebbero fatto il percorso inverso verso il rifiuto della modernizzazione del mondo progressista. Ma solo l’idea della ricerca di una rendita di posizione in rapporto al posizionamento degli ex alleati dell’era Draghi, da combattere unicamente con posizioni politiche di breve cabotaggio e un programma striminzito e tutt’altro che espressione di una visione ideale ben trutturata. Il Partito Comunista Italiano ebbe la sua Bad Godesberg a più tappe tra il Memoriale di Yalta di Palmiro Togliatti, datato 1964, che segnò l’inizio delle critiche al modello sovietico, e il varo dell’Eurocomunismo da parte di Enrico Berlinguer; il Partito Socialista Francese nell’accettazione da parte di François Mitterrand del modello della Quinta Repubblica edificato dal generale De Gaulle, di cui divenne il più longevo dei presidenti. Nel 1959 la Spd si ritrovò nell’omonima località termale alla periferia di Bonn e pose fine al dominio sulla sua impostazione politica del programma di Heidelberg adottato nel 1925 che faceva del partito un rappresentante autodichiarato della classe operaia, di impostazione marxista e a tendenza massimalista-rivoluzionaria. Carlo Calenda rompe col Partito Democratico dopo la decisione di Enrico Letta di imbarcare Sinistra Italiana e Verdi nella coalizione progressista e accusa il centrosinistra italiano di essere eccessivamente legato agli schemi del passato.

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Calenda strappa col Pd, Letta: 'Noi andiamo avanti' (ANSA Nuova Europa)

Renzi: 'Il terzo polo è un'opportunità straordinaria'. +Europa ci ripensa: valuterà in Direzione. Dopo l'intesa tra Pd, Sinistra, Verdi e Di Maio, il leader ...

IL MOVIMENTO CINQUE STELLE - Anche Giuseppe Conte spara ad alzo zero contro Enrico Letta bocciando qualsiasi ipotesi di un ritorno di fiamma di una alleanza con i Dem. "A Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati". Lo scrive su Fb aggiungendo: "Posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II". Noi non siamo professionisti della politica. "C'è grande sorpresa per la decisione unilaterale presa da Calenda - ha detto il deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi - Noi continuiamo a dare una valutazione positiva al patto col Pd". Nonostante le spinte di Sinistra italiana, sembra escluso un ritorno di fiamma fra Pd e M5s. "E' stato Conte a far cadere il governo Draghi - ha detto Letta - E' stata un'enorme responsabilità e per noi, questo è un fatto conclusivo". Anche il presidente Cinque stelle sembra aver chiuso la porta: "A Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa". I 5 stelle correranno quindi da soli alle prossime elezioni anche se lo spiraglio per un possibile accordo con il Pd. a dispetto della posizione netta e senza appello di Conte, viene ancora auspicato da diversi esponenti del Movimento. E qualche speranza in più chi guarda a sinistra sembra averla in queste ore dopo lo strappo di Carlo Calenda. LE REAZIONI DEL CENTROSINISTRA - Fra stasera e domani Più Europa riunirà la direzione per valutare lo scenario dopo l'addio di Calenda al patto col Pd. E' quanto fanno sapere fonti di +Europa."C'è grande sorpresa per la decisione unilaterale presa da Calenda. Noi continuiamo a dare una valutazione positiva al patto col Pd". Lo dice il deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi. "Nel patto siglato col Pd era evidente che ci sarebbero state altre liste ed era evidente che ci sarebbe stato un rapporto politico privilegiato con noi, basato sulla continuità dell'azione del governo Draghi, rispetto al patto elettorale con le altre liste. E gli ex sono ogni giorno di più. "Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi - ha detto Calenda riferendosi a Si e Verdi- Mi sono un po' perso". Il leader di Azione ha anche rivelato di aver offerto a Letta un patto a due, senza altre liste: "Gli ho proposto di fare un'alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%" dei seggi, invece del 30% stabilito nel patto col Pd, ora carta straccia. Nel dibattito interviene con un tweet Renzi: "Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. "Il Partito Democratico esprime forte apprezzamento per la nota diramata poco fa dalla Segreteria di +Europa, che ribadisce il proprio sostegno al Patto sottoscritto martedì scorso tra lo stesso Pd e la Federazione +Europa/Azione", fanno sapere fonti del Nazareno. La risposta di Letta è stata lapidaria: "Da tutto quel che ha detto, mi pare che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Se lo accetta. Per dirla con il vicesegretario, Peppe Provenzano, per il Pd: "Non c'è spazio per terzi poli". E quindi Letta mette una pietra su Calenda: "Che promesse può fare agli italiani se sanno che già con gli alleati ha rotto la parola data? Per Calenda, però, la coalizione del Pd "è fatta per perdere. La scelta è stata del Pd, sono deluso". "E' una delle decisioni più sofferte - ha detto - ma non intendo andare avanti con questa alleanza". A fargli cambiare idea, ha spiegato, è stata l'aggiunta dei "pezzi stonati", cioè gli accordi che Letta ha stretto sia con Sinistra Italiana e Verdi sia con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci. Una giustificazione che ha fatto infuriare il Pd: "Onore è rispettare la parola data.

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Elezioni politiche 2022, Calenda rompe l'accordo con il PD e apre a ... (Vanity Fair.it)

Un nuovo colpo di scena: Calenda, «la coalizione del PD è fatta per perdere. Parlerò con Renzi»

Di più: l’ha definita un’alleanza per perdere. E oggi quel silenzio è diventato eloquente: salta l'alleanza che vedeva appaiati PD, Azione e +Europa, con una distribuzione dei seggi suddivisa rispettivamente al 70% e 30%. La scelta è stata del Pd, e io non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta», ha aggiunto Calenda. «Verso Letta c’è delusione per una scelta che potevamo fare, non c’è né animosità né condanna, mi aspettavo un pochino di più da lui».

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Calenda rompe col Pd. Dem: “Avanti per l'Italia”. +Europa: “Decisioni ... (Sky Tg24)

Leggi su Sky TG24 l'articolo Calenda rompe col Pd. Dem: “Avanti per l'Italia”. +Europa: “Decisioni in direzione'

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Carlo Calenda va da solo, rompe il patto con il Pd (L'HuffPost)

L'annuncio del leader di Azione a Mezz'ora in più: "La decisione più sofferta della mia vita politica"

"C'è grande sorpresa per la decisione unilaterale presa da Calenda. Noi continuiamo a dare una valutazione positiva al patto col Pd", afferma il deputato e presidente di Più Europa Riccardo Magi. "Nel patto siglato col Pd era evidente che ci sarebbero state altre liste ed era evidente che ci sarebbe stato un rapporto politico privilegiato con noi, basato sulla continuità dell'azione del governo Draghi, rispetto al patto elettorale con le altre liste. La scelta è stata del Pd, e io non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta". "Verso Letta c'è delusione per una scelta che potevamo fare, non c'è né animosità né condanna, mi aspettavo un pochino di più da lui". Quanto a Matteo Renzi, "non l'ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Più Europa si prende ancora qualche ora: fra stasera e domani il partito riunirà la direzione per valutare lo scenario dopo l'addio di Calenda al patto col Pd, fanno sapere fonti di Più Europa. Nei giorni scorsi, Azione aveva firmato il patto con il Pd insieme a Più Europa, che stamani ha ribadito l'apprezzamento per l'accordo. Il giudizio resta lo stesso. Prendo atto della scelta di Calenda che ha scelto gli interessi del suo partito anziché rafforzare il campo per battere la destra". Per Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno, "Calenda sembra aver sostituito l'agenda Draghi con il manuale del perfetto narcisista. Populismo d'èlite, ma pur sempre populismo". Lo si legge sui canali social del Partito Democratico a corredo di un video con stralci delle dichiarazioni dello stesso Calenda e di Enrico Letta subito dopo l'accordo tra Pd e Azione/+Europa lo scorso 2 agosto. Negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria". "Non mi sento a mio agio, non c'è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così; ho quindi comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza". Con la voce rotta, il leader di Azione riepiloga: "Ho deciso di fare politica dopo le elezioni in cui il Pd aveva preso la quota più bassa nel 2018. E ancora: "questa coalizione" del Pd "è fatta per perdere, c'era l'opportunità di farne una per vincere. Da parte mia non c'è stato un equivoco, ma l'ingenuità che il Pd fosse pronto a decidere di rappresentare la sinistra senza correre dietro a Fratoianni, Bonelli e domani ai 5 stelle, che Letta avesse capito che la coerenza è fondamentale. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. E ho sbagliato". "Assolutamente". Con Letta "ci eravamo detti che non poteva succedere che un pezzo della coalizione avrebbe bombardato l'agenda Draghi", sottolinea. "È la decisione più sofferta che io abbia mai preso da quando ho iniziato a fare politica", dichiara a Mezz'ora in più su RaiTre.

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Calenda rompe il patto Choc nel centrosinistra (Corriere della Sera)

Decisione sofferta, non vado avanti con il Pd». Renzi esulta Letta: l'unico accordo che Carlo può fare è con sé stesso.

Avanti compatti, Lega e centrodestra con il bene dell’Italia come unico obiettivo». La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ironica: «Nuovo colpo di scena nella telenovela del centrosinistra. Dalle parti di +Europa la decisione di Calenda è vissuta un po’ come un brutto tradimento. Eccome. Il leader di Italia viva ieri non ha esitato a scrivere un tweet subito dopo l’annuncio di Calenda. Esplicito: «Tra tante difficoltà internazionali e domestiche ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Graziano Delrio ha aggiunto frastornato: «Più di uno oggi festeggia». Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, è pungente: «Calenda ha stracciato l’accordo che lui stesso ha firmato. È evidente che Calenda come unico alleato possibile ha solo Calenda». Enrico Letta era stato avvisato soltanto sabato sera di questa rottura del patto, così come ha detto lo stesso leader di Azione. E il commento del segretario del Pd è stato altrettanto secco e severo: «Calenda ha deciso di aiutare la destra.

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Calenda rompe l'alleanza con il Pd (Bizjournal.it - Liguria)

Calenda spiega: «L'alleanza si è trasformata, mi sono ritrovato a fianco con persone che hanno votato la sfiducia a Draghi e a fianco di ex M5S»

Per ora ho ricevuto una quantità di contumelie da parte dei renziani che nella mia vita non mi era mai capitata». Io ho deciso di fare politica dopo le elezioni in cui il Pd aveva preso la quota più bassa nel 2018. «È una delle decisioni più sofferta – ha spiegato Calenda – che ho preso da quando ho deciso di fare politica.

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Calenda e Renzi costruiranno il Terzo Polo? - Startmag (Startmag Web magazine)

Il risultato delle elezioni del 2019 porta al Parlamento Europeo un'importante pattuglia liberale di diversi paesi tra cui due figure chiave del Governo Renzi.

È a questo punto che al tavolo del nostro immaginario gioco del poker compare l’unica giocatrice: Emma Bonino, già ministro degli Esteri con il Governo Letta ma non riconfermata dal successivo Governo Renzi, nonché leader di +Europa, partito esentato dalla raccolta firme. A novembre 2021, Enrico Letta è segretario del Partito Democratico da qualche mese e in previsione della scadenza naturale del Parlamento della primavera 2023, comincia a elaborare un campo largo che possa beneficiare del premio di governabilità dato dai collegi uninominali della legge elettorale. Partito Democratico che in effetti gli garantisce un buon numero di collegi uninominali, ma poche garanzie suoi contenuti. Nel corso degli ultimi due anni si è avviato un processo di ricongiungimento delle diverse anime liberali a Bruxelles, tanto che alla vigilia delle elezioni europee del 2019 Guy Verhofstadt annunciò lo scioglimento del gruppo dei liberali dell’ALDE di cui era presidente. Partiamo con ordine, mantenendo l’attenzione sull’area politica chiave che determinerà l’esito delle prossime elezioni politiche: l’area centrista liberale, riformista e moderata. Mentre Carlo Calenda segue lo stesso percorso del Partito Democratico iscrivendosi al gruppo parlamentare dei Socialisti e Democratici, Sandro Gozi si iscrive al gruppo dei liberali di Renew Europe, dove era già approdato anche l’europarlamentare Nicola Danti a seguito della scissione di Italia Viva dal Partito Democratico. Occorre infatti ricordare che al progetto Renew Europe ha contribuito fortemente Matteo Renzi con l’obiettivo di costruire “un grande gruppo europeo, filoeuropeo, che rifiuti il populismo di destra e il populismo dell’estrema sinistra”.

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Prove di terzo polo Renzi a Calenda “Fai tu il leader” Ma c'è il nodo ... (La Repubblica)

Lo strappo di Azione con il Pd riapre la partita del centro. Il ruolo degli ex FI. Gelmini:“Proposta popolare tra sinistra di Fratoianni e destra filo Or…

Lo strappo di Azione con il Pd riapre la partita del centro. In pubblico parla solo di politica estera. Ma in privato se la ride: "È la Caporetto di Enrico", punzecchia.

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Calenda, dall'attacco a Renzi sull'Arabia Saudita a “Italia viva è una ... (Il Fatto Quotidiano)

In meno di due mesi il terzo polo si è capovolto. Era il 14 giugno scorso quando Carlo Calenda tuonava contro Matteo Renzi: “Farà un accordo con il Pd, ...

Mario, per i renziani qualsiasi cosa non è renziana è male e qualsiasi cosa è renziana è bene. Con Di Maio, Bonafede, Catalfo, Arcuri, Azzolina. All’epoca disse “devo fermare le destre”! Oggi tuona contro un’alleanza con il PD, senza M5S, di cui è stato segretario e membro dalla nascita. Non è tempo di comodi terzismi. Agli amici liberali dico smettetela di fare i benaltristi e combattete con noi. — Carlo Calenda (@CarloCalenda)August 3, 2022 Ma ho anche evitato la vittoria a tavolino della Meloni, con un accordo che esclude 5S e voti di Azione a Di Maio e co. — Carlo Calenda (@CarloCalenda)August 3, 2022 — Carlo Calenda (@CarloCalenda)August 3, 2022 L’incontro faccia a faccia e poi il patto col Pd – Eppure, nonostante queste parole, il 25 luglio – quindi pochi giorni dopo la caduta del governo Draghi – Calenda e Renzi si erano incontrati per un colloquio a Roma. Renzi aveva già cominciato da qualche settimana a usare toni affettuosi nei confronti del suo ex ministro e in quell’occasione gli aveva ribadito l’intenzione di Iv da correre da solo alle elezioni, visto il veto del Pd. L’incontro con Calenda è andato “bene, come sempre. “Renzi? Inaccettabile essere pagati da Italia e Arabia Saudita” – Tornando indietro di qualche settimana, a metà giugno, il tono era opposto: “Non ho preclusioni nei confronti di Italia Viva”, ma Renzi “deve decidere se vuole fare un lavoro serio, o se invece, come io credo, tenere le mani libere fino all’ultimo secondo per poi fare gli accordi. Insomma, le critiche di Italia Viva al patto Calenda-Letta le riteneva inconcepibili, tanto da paragonare i renziani al M5s: “Le sette hanno in comune la capacità di immaginare la realtà a loro uso e consumo”. Un concetto ribadito in più di un tweet: “Per i renziani qualsiasi cosa non è renziana è male e qualsiasi cosa è renziana è bene. Italia Viva come il M5s: “Una setta” – A Calenda l’idea di un terzo polo con Renzi sembrava proprio non piacere più: “Quindi saremmo dovuti andare da soli, provocare la vittoria della destra a tavolino e rimanere alla finestra senza poter governare.

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Calenda: "Con questi qui io non ci sto". Il centrosinistra perde un ... (La Repubblica)

Il leader di Azione a Lucia Annunziata: "Si tratta di una delle decisioni più sofferte, la più sofferta di sempre"

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Calenda-Pd, dal patto all'addio in tv: così in cinque giorni è finito il ... (Il Sole 24 ORE)

Le tensioni, le polemiche via social e la paziente tessitura del segretario del Pd che non è riuscito a tenere insieme il «campo plurale»

Il leader di Azione chiude la comunicazione (Anche sui social) e prende tempo. A dare il via è Fratoianni: «L’agenda Draghi? Non esiste. L’agenda Draghi è il perno di quel patto e tale rimarrà . Fine della questione». Nenache i numerosi interventi di Calenda su Twitter contribuiscono a portare chiarezza: «Non possiamo sbagliare la decisione sulla corsa in coalizione al centro o con il @pdnetwork», scrive il leader di Azione spiegando che «da questa decisione dipende la possibilità di contendere la vittoria, che non reputo affatto certa, alla destra e di dare al paese un governo decoroso». Il giorno dopo aver preso a bordo Calenda, per il Pd si prospetta il rischio di viaggiare senza Sinistra italiana ed Europa verde. «Lancio un appello a Calenda, datti una calmata», dice il ministro dem Andrea Orlando. «Le cose da fare non sono polemiche o picconate, sono solo cose da fare», gli risponde Calenda. Dopo giorni di tira e molla, veti e ultimatum, Letta, Calenda e Benedetto Della Vedova (+Europa) firmano il patto, al termine di una riunione alla Camera durata due ore. Enrico Letta professa calma e disponibilità al dialogo, ma allo stesso tempo mostra l’orologio agli alleati: «Stiamo mettendo tutto il nostro impegno a convincere tutti quelli che vogliono e possono far parte della nostra alleanza di esserci. Però la legge elettorale è quella che è e la campagna dura un mese. Il resto è populismo d’élite». La rottura di Azione riapre a nuovi scenari centristi: dietro l’angolo soprattutto Italia Viva di Matteo Renzi. La trattativa per quello che qualcuno ha chiamato “campo plurale” è stata lunga e tortuosa, il patto che ne è nato molto breve. «Noi abbiamo presentato un patto aperto a quelli che non hanno fatto cadere Draghi - afferma Calenda il 26 luglio -.

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Palla al centro | Alla destra non conviene festeggiare troppo la ... (Linkiesta.it)

Che festa a destra! Un ferragosto così quando mai Giorgia Meloni poteva immaginarselo. E Salvini? Altro che Papeete e sederi leopardati: comandare è meglio che ...

Le due ministre invece sono sollevate, ora possono andare a testa alta, senza alleanze con la sinistra, coerenti con il loro passato forzista e fedeli all’agenda Draghi. Erano imbarazzate di trovarsi in mezzo ai piedi Fratoianni e Bonelli, e doversi giustificare. Dunque, frizzi e lazzi su Enrico e Carlo, ma potrebbe succede che l’offerta politica di un Polo liberal-democratico adesso sia più convincente e omogenea, che chi vuole votare sinistra non abbia remore per le presenze “moderate, aliene e inquinanti”. Un quadro sicuramente più chiaro ma enormemente più favorevole al centrodestra. L’addio di Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna l’aveva salutato in maniera funebre, “riposino in pace”, e gli interessati subito si sono toccati gli amuleti. Qualche apprensione potrebbe avercela quel furbacchione di Silvio Berlusconi, che aveva tirato un sospiro di sollievo quando ha visto che Azione si era alleato con Pd. Vabbè, a questo punto gli sfottò da parte del centrodestra e le frasi ad effetto ci stanno, sono prevedibili, dopo la rottura di Carlo Calenda con Enrico Letta. «A sinistra sembra di stare a scherzi a parte; Letta abbandonato sull’altare e scappare con Renzi; Carlo e Enrico? Nella foto in cui si stringevano le mani sembravano Stanlio e Olio». Bene, anzi male, ora si apre il capitolo dal titolo, “vittoria straripante di Giorgia Meloni”: maggioranza di due terzi, leggi e decreti sicurezza che passano in Parlamento come proiettili, tasse uguali per ricchi e poveri, riforme costituzionali che non hanno bisogno di referendum confermativo, controllo assoluto delle commissioni parlamentari, presidenza delle Camere in mano ai vincenti. E Salvini? Altro che Papeete e sederi leopardati: comandare è meglio che fottere, direbbero in Sicilia.

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Elezioni 2022: Calenda all'ennesima giravolta — L'Indro (L'Indro)

Elezioni 2022: ogni partito impegnato a procurare voti e all'avversario, con Calenda che ha temuto che l'elettorato potesse abbandonarlo.

Pagare il costo di produzione dell’informazione, dobbiamo esserne consapevoli, è un diritto. E Più Europa? Non ci pensa neppure a mettere in discussione l’alleanza con il PD. Anzi, ora che Azione se ne va, c’è la possibilità di guadagnare qualche ulteriore collegio sicuro. Ha però due problemi: Calenda e il PD. Ma tutti loro, che finora si sono fatti scudo (e alibi) della cosiddetta ‘agenda Draghi’ che faranno ora che con perfida bonomia proprio Mario Draghi ha detto, in sostanza, che questa agenda non esiste? E’ vero che Calenda dispone di rappresentanze sia al Parlamento Europeo che in quello italiano; ma le interpretazioni non sono univoche, e dunque il leader di Azione potrebbe essere costretto a raccogliere le firme per la presentazione di liste autonome. Chiediti perché c’è, invece, chi ti paga il costo di produzione dell'Informazione che consumi. Resta la possibilità di confluire in una lista comune: equivale a ‘pesarsi’ e iniziare una battaglia per ottenere i migliori posti nei listini proporzionali, così da avere il seggio sicuro; che sono molto pochi. Abbiamo un’opportunità straordinaria». I contatti con Renzi, che imbarca nella sua lista l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sono già in corso; anche se Italia viva è intenzionata a fissare dei paletti: «Non si può parlare di alleanza, sarebbe una follia»: una coalizione, per superare lo sbarramento deve raggiungere il 10 per cento. Il PD, com’è logico, non l’ha presa per nulla bene: un imbufalito Letta accusa Calenda di volersi alleare solo con Calenda: «Parla di ‘onore‘. Onore è rispettare la parola data. La decisione di ‘rompere‘ con il PD, Calenda l’ha presa dopo aver freneticamente compulsato i sondaggi da cui emerge che la sua ‘base’ non ha affatto gradito il ‘patto’ siglato con Enrico Letta. Questi ‘terzisti’ moderati non disponibili a dare fiducia al destra-centro, e al tempo stesso per nulla entusiasti di votare il PD, avevano comunque un ‘porto’ nel quale trovare rifugio: Renzi. L’intesa raggiunta da Letta con Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e i verdi di Angelo Bonelli, è un pretesto. E’ ben vero che il voto è un diritto, e lo si può esercitare o ci si può astenere dal farlo. I vari leader, se li si ascolta e li si valuta ognuno separatamente, ottengono il risultato di far apprezzare l’avversario. Poi, ovviamente, accade che l’elettore mette insieme il ‘dire‘ e il ‘fare‘ di tutti, e presumibilmente si radicherà nell’opinione già maturata da anni da un buon 40 per cento di elettorato: quello di rifiutarli in blocco e non andare a votarli. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. E ho sbagliato».

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L'alleanza con Renzi, i sondaggi al 15%, la raccolta firme: cosa farà ... (Open)

«Ho fatto la cosa giusta. Queste elezioni non le vince nessuno e a Palazzo Chigi torna Draghi», è l'idea. Ma… L'addio di Carlo Calenda all'alleanza con il ...

Ma per raccogliere le firme dovrebbe avere almeno in mano la lista dei candidati in ogni circoscrizione. Per la parte proporzionale del Rosatellum infatti i seggi si ripartiscono tra le liste che ottengono almeno il 3%. Questo significa che ogni lista infatti ha uno sbarramento nazionale del 3%. Invece le coalizioni hanno una soglia al 10%. E il voto funziona così: i partiti in coalizione che prendono tra l’1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. Mentre i voti delle liste che rimangono sotto l’1% vanno completamente persi. Un retroscena de La Stampa infatti oggi racconta che Calenda preferirebbe presentare agli elettori un’alleanza di liste, mentre Renzi preferirebbe un listone unico. E il nome di Calenda potrebbe addirittura finire sul simbolo dell’alleanza con Renzi. Più prosaicamente, fa sapere oggi Il Messaggero, dietro la scelta del leader di Azione c’è un sondaggio commissionato nei giorni scorsi. È il caso, ad esempio, di +Europa. Per questo adesso i tecnici stanno cercando di capire se la regola possa valere anche per Azione. Che si era presentata alle elezioni europee con la lista “Siamo Europei”. In questo caso Calenda non avrebbe bisogno dell’apparentamento con Renzi. E potrebbe lanciare la sua lista anche all’interno di un’alleanza con Italia Viva e Pizzarotti (che ha lasciato il Pd per allearsi con Iv). Ma si tratta soltanto di un’ipotesi, per ora. Con buone prospettive di crescita (fino al 15%) in caso di accordo con Matteo Renzi. «Senza la palla al piede dell’intesa a sinistra queste elezioni non le vince nessuno. Decisive nella scelta sono state Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Che hanno spiegato in più occasioni all’ex ministro dello Sviluppo che andando al voto con Sinistra Italiana «la proposta politica di Azione non sarebbe comprensibile». Perché allearsi con Fratoianni che dice no alla Nato e non vota la fiducia al governo Draghi avrebbe causato perdita di credibilità davanti all’elettorato. In più, la corsa solitaria di Renzi avrebbe potuto rubare il palcoscenico del Terzo Polo ad Azione. Adesso tutto cambia. Con il Pd la percentuale scendeva all’8,5%. Lo strappo quindi è frutto di un calcolo: «E se ora imbarco Renzi assieme possiamo fare il 15%. Una percentuale che potrebbe davvero impedire la vittoria della destra». L’addio di Carlo Calenda all’alleanza con il Partito Democratico annunciato in diretta da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più apre orizzonti e confini per le elezioni politiche del 25 settembre. Ieri Calenda ha accusato il Pd di non aver fatto la sua Bad Godesberg. Il riferimento è al luogo in cui si celebrò nel 1959 il congresso dei Socialdemocratici tedeschi in cui la Spd abbandonò definitivamente il marxismo per il riformismo. E che lo vedeva al 10,7% in caso di corsa solitaria.

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Calenda dopo lo strappo con il Pd: "Hanno voluto l'ammucchiata e ... (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

Il leader di Azione: "Ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, tra una scelta riformista ed essere tutto e il contrario di tutto ha scelto la seconda ...

"E visto che non vedo folla di elettori leghisti o di Fratelli d'Italia che corrono verso di loro, è un modo per aiutare Meloni e Salvini, non per contrastarli", sottolinea. "Non ha chiamato me ha chiamato Dario Franceschini e poi sono stato io a telefonargli per capire che cosa stesse succedendo", rivela. "Renzi e Calenda sono stati eletti entrambi col Pd. Sono loro ad avere un problema, non noi. Il leader di Azione: "Ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, tra una scelta riformista ed essere tutto e il contrario di tutto ha scelto la seconda strada. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e meno che meno dirimenti - aggiunge la leader di +Europa -. Abbiamo 600 festa dell'unità in corso in tutta Italia non dico che le fa tutte, ma tantissime". "Oggi sono ferma al patto con Letta. Io resto ferma quel patto con Letta - insiste -. "Le cose che ha detto in questi giorni e nell'intervista con Lucia Annunziata su Raitre denotano che è sufficiente a se stesso, incapace di parlare con chiunque altro", aggiunge il segretario dem. "C'è stato un patto con Enrico Letta che è stato siglato il 2 agosto di quest'anno non del Medioevo e io a quello mi attengo". Questa la poszione espressa da Emma Bonino in un'intervista a Repubblica. "È Calenda che ha dato l'addio. Eravamo insieme fino a sabato, e domenica deciso di andarsene per conto proprio. "Il partito democratico dall'arrivo dei 5 stelle in poi ha sempre l'ansia di avere tutto dentro - afferma -. Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il Partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia: è quello tra una scelta riformista o un'alleanza in cui mettere tutto il contrario di tutto. Il segretario dem: "Vuole aiutare la destra, noi andiamo avanti determinati" e +Europa conferma il patto con i dem.

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L'ironia di Meloni e Salvini sul caso Calenda. Ma Azione ora è un ... (Corriere della Sera)

FdI sugli avversari: «Telenovela». Il leghista: come Stanlio e Ollio. Candidature, ancora lontana l'intesa sui collegi uninominali.

A questo proposito, il cambio di direzione di Calenda ha spinto ieri l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini e il deputato Guido Della Frera a un appello che, partendo da un accordo Renzi-Calenda, inneschi la «nascita di un Terzo Polo che, in maniera competente, autorevole e pragmatica, porti avanti il programma di risanamento impostato dal Governo Draghi» per offrire rappresentanza politica a chi non si riconosce nelle coalizioni di destra e di sinistra. Nel post di ieri, infatti, la leader di FdI ha parlato di «fermare le partenze dei barconi, in accordo con le autorità nordafricane. Ormai le trattative del Pd per mettere insieme un’accozzaglia acchiappa-poltrone si è trasformata in Bruttiful...»), Ronzulli («Letta ha tentato un’alleanza contro natura») e il leghista Edoardo Rixi: «Altro che coalizione, Letta e i suoi alleati hanno aperto un fight club dove la prima regola è che non ci sono regole». In realtà, al di là dei lazzi sugli avversari, in tutto il centrodestra è convinzione diffusa che Calenda insieme a Letta sarebbe stato meno insidioso sotto il profilo elettorale: un nuovo soggetto politico potrebbe infatti avere un ascendente anche sull’elettorato più moderato della coalizione. E intanto, la Lega si compiace del registro in qualche modo cambiato di Giorgia Meloni in tema di immigrazione. Una buona parte dei commenti e delle dichiarazioni, ieri irridevano le difficoltà di costruzione del centrosinistra e in modo particolare l’addio di Carlo Calenda a Enrico Letta. A partire da Giorgia Meloni: «Nuovo colpo di scena nella telenovela del centrosinistra — scrive sui social la leader di FdI —. Calenda ci ha ripensato e non si sposa più con Letta, forse scappa con Renzi. Letta mollato sull’altare pensa ora al suo vecchio amore, mai dimenticato, Conte. Il gran finale di stagione tra 7 giorni, quando scadrà il termine per la presentazione delle alleanze. Per rimanere ai titoli delle agenzie, gli azzurri Renato Schifani («Ormai a sinistra le parole decenza e coerenza sono state cancellate dal vocabolario»), Maurizio Gasparri («Calenda la trottola cambia ancora»), Giorgio Mulé («Matrimoni, litigate, divorzi.

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Letta dice che Calenda ha deciso di aiutare la destra - Il Post (Il Post)

Domenica sera il segretario del Partito Democratico (PD) Enrico Letta ha commentato in maniera molto dura la decisione del leader di Azione Carlo Calenda di ...

Siamo in campo, con il @pdnetwork #vinconoleidee. pic.twitter.com/cSa2yVwapw «È chiaro che gli italiani con questa legge elettorale potranno decidere se essere governati da Meloni, dalle destre, o da noi. In un’intervista al TG1, Letta ne ha parlato così:

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Cos'è successo tra Calenda e il PD, in breve - Il Post (Il Post)

Come si è sviluppata la rottura dell'accordo tra Azione e la coalizione di centrosinistra, per chi si è perso dei pezzi.

Letta ha scritto che «mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda», accusandolo di aver «deciso di aiutare la destra facendo quello che ha fatto». In un’intervista a Repubblica Emma Bonino, leader di +Europa, ha sostenuto che quelle di Calenda siano state «ragioni fumose, non convincenti e men che meno dirimenti», e sostenendo che «non sia serio cambiare opinione ogni tre giorni». Ha anche manifestato sorpresa per quanto avvenuto dopo la sottoscrizione del patto con il PD: «Cosa sia successo dopo di così stravolgente, non lo so. Non lo comprendo». +Europa faceva parte di una federazione con Azione, ma Bonino ha di fatto annunciato che il suo partito rispetterà l’accordo con il PD e rimarrà quindi nella coalizione di centrosinistra, nonostante formalmente lo deciderà in una riunione prevista per lunedì sera. Da oltre una settimana di fatto tutte le attenzioni mediatiche rivolte al centrosinistra sono state dedicate agli altalenanti rapporti tra PD e Azione e ai bisticci tra Calenda e Fratoianni e Bonelli, senza che emergesse molto altro sui programmi e sulle intenzioni del centrosinistra. Calenda aveva chiesto e ottenuto anche che i leader di partito e i candidati considerati «divisivi» non si candidassero nei collegi uninominali, bensì nelle liste bloccate della parte proporzionale: per evitare, insomma, che gli elettori di Azione dovessero esplicitamente votare per persone particolarmente sgradite – come Di Maio, aveva detto – in determinati collegi. Ma il patto tra PD e Sinistra Italiana e Verdi evidentemente non è piaciuto a Calenda. «Eravamo anche disponibili a veder aderire Fratoianni e co. Anzi, fin dall’inizio ribadiva più volte e con una certa enfasi che tra i partiti ci sono forti differenze di vedute, ma che l’alleanza era necessaria per contendere alla destra i circa 221 collegi uninominali previsti dalla legge elettorale, in cui viene eletto il candidato o la candidata che prende anche un solo voto in più degli avversari: Ma anche se formalmente l’accordo di Letta con Fratoianni e Bonelli e con Di Maio è stato firmato sabato, l’alleanza tra PD e SI-Verdi era stata di fatto annunciata ancora prima che Azione decidesse di unirsi. Il PD aveva firmato sabato un accordo elettorale con SI-Verdi e con Impegno Civico, che però di fatto si sapeva avrebbero fatto parte della coalizione già prima che Azione decidesse di aderirvi. Calenda ha scritto più volte che non era disposto a cambiare il patto, minacciando semmai di romperlo. A quel punto, secondo Calenda, tanto valeva mantenere l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, che prima di contribuire alla sua caduta sosteneva il governo Draghi, e che nei sondaggi ha tre volte i consensi di SI-Verdi. Le critiche di Calenda hanno riguardato soprattutto l’opposizione di Fratoianni e Bonelli ai rigassificatori e agli inceneritori, che invece lui sostiene. Domenica pomeriggio il leader di Azione Carlo Calenda ha annunciato che uscirà dalla coalizione di centrosinistra, a cui aveva aderito soltanto cinque giorni prima dopo lunghe e travagliate trattative.

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Calenda, un divorzio doloroso. E sulle nozze con Renzi... Parla D ... (Formiche.net)

Dopo la rottura del leader di Azione con i dem “la partita nei collegi uninominali era già difficile. Senza Calenda diventa impossibile: la perdita di ...

In un contesto bipolare se gli elettori percepiscono che l’esito della competizione è incerto può scattare il meccanismo del voto utile per cui invece di votare un terzo polo che non ha nessuna chance di vincere si vota quello dei due poli maggiori che piace di più o dispiace di meno. Detto ciò, se il divorzio tra Pd e Azione generasse la convinzione che per il centrosinistra la partita è persa in partenza, allora una quota di elettori di centrosinistra potrebbe più facilmente confluire su Azione senza problemi di coscienza e allo scopo di mandare un segnale. Il primo è il modo con cui si è arrivati alla rottura tra Pd e Azione dopo che un accordo era stato siglato. Pare che Berlusconi e Salvini si siano rassegnati al principio che il partito della coalizione che avrà più voti esprimerà il premier. Queste sono domande la cui risposta richiede la sfera di cristallo che io non ho. L’incognita è rappresentata da Fdi. Più o meno sappiamo chi potrebbero essere i probabili ministri di Fi e della Lega. I nomi che lei fa sono candidati plausibili. Si parla della conferma di Cingolani che sarebbe una buona cosa. Resta il fatto che fino a quando Mattarella non inizierà le consultazioni non siamo sicuri cosa Berlusconi e Salvini diranno al Presidente della Repubblica a proposito della Meloni. Ovviamente nel caso in cui il centrodestra vinca. Certo è che in questa fase la Meloni non fa che professare una fede incrollabile nell’atlantismo e anche nell’europeismo. Mi ha colpito la dichiarazione recente di Crosetto che ha etichettato come pignoleria il voto contrario di Fdi al Pnrr. Peccato che l’intervistatore non gli abbia chiesto cosa vuol dire pignoleria in questo caso. Nel centrodestra pare che la questione della premiership si stia delineando. Per cercare di capire a che tipo di scenario si delineerà (anche nella coalizione di centrodestra, che all’apparenza pare compatta), abbiamo interpellato Roberto D’Alimonte, politologo e fondatore del Luiss – CISE Centro Italiano di Studi Elettorali. Con Calenda la media dei sondaggi degli ultimi giorni stima il centrosinistra intorno al 35% e il centrodestra intorno al 45 %. Con un gap di questo genere la partita nei collegi uninominali era già difficile.

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Letta: “Calenda? Ha scambiato Twitter con il mondo reale” (Sky Tg24)

Leggi su Sky TG24 l'articolo Letta: “Calenda? Ha scambiato Twitter con il mondo reale”

E visto che non vedo folla di elettori leghisti o di Fratelli d'Italia che corrono verso di loro, è un modo per aiutare Meloni e Salvini, non per contrastarli”, ha poi aggiunto E visto che non vedo folla di elettori leghisti o di Fratelli d'Italia che corrono verso di loro, è un modo per aiutare Meloni e Salvini, non per contrastarli”, ha concluso. Ecco credo che Calenda abbia scambiato Twitter col mondo reale”, ha proseguito Letta, secondo cui alla base di questa scelta, ci sarebbero ragioni “non facilmente comprensibili” che contribuiscono ad “aiutare Meloni e Salvini, non a contrastarli”.

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Verso il voto. Calenda strappa col Pd. Letta: così aiuta la destra (Avvenire.it)

Carlo Calenda rompe l'intesa con Enrico Letta e scatena l'ira dei dem. Il fronte progressista messo pazientemente insieme dal segretario Pd per sfidare FdI, ...

Con questa legge elettorale gli italiani dovranno scegliere se essere governati da Meloni, dalle destre o da noi, questa scelta è netta e Calenda ha deciso di aiutare la destra, facendo quello che ha fatto". Calenda correrà da solo, a meno che non trovi un'intesa con Matteo Renzi, al lavoro sul Terzo Polo con le liste civiche dell'ex sindaco di ParmaFederico Pizzarotti. Il Pd andrà avanti con Verdi-Si e Impegno civico di Di Maio e Tabacci. Anche con Più Europa,che è federata con Azione ma conferma l'accordo con il Pd. L'annuncio di Calenda è arrivato domenica in tv, a In Mezz'Ora, dopo ore di un insolito silenzio social, che ha lasciato in sospeso i potenziali alleati, reduci dagli accordi firmati il giorno precedente. Una giustificazione che ha fatto infuriare il Pd: "Onore è rispettare la parola data. A pochi giorni dal patto firmato, il leader di Azione ha fatto retromarcia. Il fronte progressista messo pazientemente insieme dal segretario Pd per sfidare FdI, Lega e Fi ha perso un pezzo, quello di centro, che era stato il più corteggiato, il più difficile da convincere.

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