Al centro di una clamorosa battaglia legale lanciata dai genitori per poterlo tenere in vita, era in coma da 4 mesi. E' deceduto due ore dopo che le ...
Ha combattuto fino alla fine, sono orgogliosa di essere sua mamma", ha detto la donna ai cronisti fuori dall'ospedale. Lo ha riferito la madre del ragazzo, Hollie Dance. "Un bambino così bello. Ha combattuto fino alla fine, sono orgogliosa di essere sua mamma"
Dance critica il sistema sanitario e giudiziario inglese: 'L'Italia era disponibile ad assisterlo' (ANSA)
Lo stop alla ventilazione assistita e ai trattamenti che tengono in vita il bambino è previsto per le ore 11 di oggi, le 12 in Italia, se non si allungano i tempi per un braccio di ferro sull'hospice, visto che i medici dell'ospedale londinese hanno sconsigliato il trasferimento. La madre tenta comunque di insistere, come si legge sul sito della Bbc, almeno per ottenere il trasferimento di Archie all'interno di un hospice in cui possa ottenere una "morte più degna". Per questo vuole rivolgersi all'Alta corte di Londra presentando un ricorso per spostare il figlio in una struttura vicino a casa, in modo da staccare la spina lì e non in ospedale. Lo riportano i media britannici.
Archie Battersbee, il ragazzo britannico di 12 anni con danni cerebrali irreversibili dopo un incidente, al centro di una battaglia legale sull'opportunità ...
Inoltre, non sono riusciti a convincere i tribunali ad autorizzare il trasferimento di Archie in un hospice per gli ultimi giorni di vita. I medici che hanno in cura Archie in un ospedale di Londra hanno dichiarato che continuare con il supporto vitale non sarebbe stato nel suo interesse e che il trasferimento del ragazzo in un hospice avrebbe potuto peggiorare la sua situazione. Archie Battersbee, il ragazzo britannico di 12 anni con danni cerebrali irreversibili dopo un incidente, al centro di una battaglia legale sull’opportunità di continuare il suo sistema di supporto vitale, è morto sabato in ospedale.
Cronistoria della fine della vita del piccolo Archie, il dodicenne che ha commosso il Regno Unito. Il 7 aprile scorso era stato trovato privo di...
Si rivolgono alla Corte Suprema che però il 28 luglio si chiama fuori, non ci sono i presupposti per un suo intervento. Chiedono una nuova udienza, che la Corte d’appello concede e che ha luogo l’11 luglio di fronte a un nuovo magistrato, il giudice Hayden. Il 15 luglio la sentenza: le cure vanno ritirate e i macchinari spenti, non è nell’interesse di Archie continuare a tenerlo in vita artificialmente, è «futile». Una decisione confermata il 25 luglio da tre giudici della Corte d’appello. I genitori non possono accettare. Per i genitori è arrivata la fine: l’iter legale si è concluso, non ci sono passi ulteriori. Il parere dei medici e che trasferire il bambino sia difficile e rischioso. Come può un genitore accettare che per il figlio che giace tranquillo in un letto d’ospedale – all’apparenza avvolto in un sonno dolce e profondo - non ci sia più nulla da fare? La famiglia – oltre a mamma Hollie, papà Paul e un fratello e una sorella più grandi – dal 7 aprile non trova pace.
I medici del Royal Hospital di Londra hanno interrotto il supporto dei macchinari che tenevano in vita il dodicenne inglese. Respinte le richieste della ...
Questo nonostante i genitori avessero ravvisato dei miglioramenti nel figlio e la madre avesse avvertito una stretta di mano. Inutili sono stati tutti i tentavi fatti dalla famiglia per prolungare il supporto vitale al figlio, portati davanti a diverse istituzioni fra cui la Corte Suprema, l’Alta Corte di Londra e la Corte di Appello. Tutti hanno respinto le richieste della famiglia, concordando con l’opinione espressa dai medici secondo cui lo stato in cui si trovava Archie rappresentava un’inutile agonia senza possibilità di un futuro risveglio. Si è trattato dell’ultimo capitolo di una lunga battaglia che ha visto la famiglia di Archie opposta ai medici, al termine della quale la mamma, seppure a pezzi, ha riconosciuto di aver fatto tutto ciò che aveva promesso al figlio.
Il paziente era rimasto vittima di un incidente domestico che lo ha ridotto in stato vegetativo e in una condizione definita dai medici di morte delle cellule ...
Inoltre la Corte europea dei diritti dell’uomo si era rifiutata per la seconda volta di intervenire nel caso. I genitori si erano rivolti al tribunale perché i medici avevano sconsigliato il trasferimento: l’ospedale aveva sostenuto che le condizioni del bambino erano così instabili che spostarlo ne avrebbe accelerato la morte. “Archie è morto alle 12.15 di oggi”, ha detto ai giornalisti Hollie Dance, la madre del 12enne.
La madre Hollie Dance: "Ha combattuto fino alla fine". Il ragazzo, 12 anni, dal 7 aprile era tenuto in vita grazie al supporto vitale, dopo che un incidente ...
La madre distrutta, aveva chiesto che il figlio (in coma vegetativo da mesi) fosse trasferito in un hospice.
"Ho fatto tutto il possibile", ha detto Hollie, che in questi mesi è ricorsa a tutti i tribunali britannici pur di impedire che fosse staccata la spina. A niente sono serviti gli appelli della stessa Hollie Dance , che a gran voce aveva chiesto di non spegnere il macchinario che fa respirare Archie, aggrappandosi a quelle parole: la morte delle cellule cerebrali di Archie è "altamente probabile" , ma non certa. L'interruzione lla ventilazione artificiale è iniziata dopo le 11 (ora italiana). La morte di Archie è stata annunciata dalla madre , Hollie Dance : "Archie è morto alle 12.15 di oggi.
I medici hanno staccato le macchine che lo tenevano in vita da quattro mesi dopo l'ok di tutti i tribunali. Madre e padre del ragazzino, in coma irreversib…
I medici hanno staccato le macchine che lo tenevano in vita da quattro mesi dopo l'ok di tutti i tribunali. Nonostante, sin dall’inizio di questo dramma familiare e nazionale, i medici abbiano parlato di "coma irreversibile” e “agonia inutile” per il ragazzino. Al 12enne inglese i medici hanno staccato la spina stamattina alle 10 locali al Royal Hospital di Londra, per la disperazione dei propri genitori che hanno lottato fino all’ultimo per tenerlo in vita.
Spente le macchine che tenevano in vita il 12enne inglese (ANSA)
E del resto questo è solo l'ultima vicenda in ordine di tempo che ha visto dei genitori contro il sistema legale e sanitario britannico. I genitori non hanno lasciato nulla di intentato, compreso il ricorso al comitato Onu per i diritti delle persone disabili, a quello della Corte Europea di Strasburgo che ancora una volta si è detta incompetente a 'interferire', così come aveva già fatto in passato per i casi dei piccoli Charlie Guard e Alfie Evans. L'ultima spiaggia sembrava la possibilità di portare Archie in Italia o Giappone per continuare le cure: negata anche quella. Nonostante e malgrado l'irriducibile opposizione della famiglia che ha sempre rifiutato una sentenza di morte fondata su elementi di 'probabilita'. Non solo: Paul Battersbee e Hollie Dance in queste settimane terribili hanno bollato come 'frettoloso, prematuro e gelido' il comportamento di medici, dirigenti ospedalieri e giudici invocando una proroga ragionevole di tempo per il loro ragazzo. La madre da quel 7 di aprile è stata costantemente al suo capezzale. A quel punto un portavoce del Christian Legal Centre, che ha sostenuto legalmente la famiglia Battersbee, ha dichiarato ai media che tutte le vie giudiziarie erano state esaurite e i genitori erano devastati. E quindi la necessità di interrompere la respirazione artificiale.
Archie Battersbee è morto: il 12enne inglese si trovava in coma irreversibile e i medici hanno staccato così la spina dei macchinari.
I genitori del piccolo Archie hanno combattuto inutilmente perché la loro intenzione era di lasciare in vita il proprio figlio ma i giudici inglesi hanno avuto la meglio. I giudici del tribunale britannico hanno dato mandato ai medici di staccare la spina dei macchinari che tenevano in vita il 12enne che si trovava in coma irreversibile da circa quattro mesi. Archie Battersbee è morto: in Inghilterra i giudici hanno seguito le indicazioni e la diagnosi dei medici.
L'ultimo atto è ormai compiuto. Questa mattina, sabato 6 agosto, alle 11.00 ora italiana, al Royal London Hospital era previsto che i medici staccassero i.
Niente da fare anche sul trasferimento in hospice, visto che i dottori lo ritenevano troppo instabile per essere spostato in ambulanza e che ciò avrebbe “accelerato il deterioramento prematuro”. Un portavoce del gruppo Christian Concern, che sostiene la famiglia Butterbee, ha dichiarato: “Tutte le vie legali sono state esaurite. In un’intervista a Sky News, Hollie Dance ha dichiarato: “Nelle ultime settimane, da quel 7 aprile, non credo ci sia stato un giorno che non sia stato terribile. La famiglia del ragazzino britannico dichiarato a giugno cerebralmente morto dai medici, nelle ultime ore aveva fatto sapere di essere “distrutta” all’idea di aver esaurito tutte le vie legali per mantenere i meccanismi di respirazione assistita sul minore, ricoverato in un ospedale da quel tragico 7 aprile quando la sua mamma lo aveva trovato privo di coscienza, con un cappio al collo, nella loro casa nell’Essex. Archie è stato probabilmente vittima di una sfida online finita male.
Il 7 aprile «l'incidente in casa»: la madre convinta che il ragazzo volesse partecipare a una sfida sui social. Dalla corsa all'ospedale a quattro...
Ma la fine di Archie non può farci dimenticare il suo ritrovamento in cima alla scala di casa, con qualcosa stretto sulla testa. L’allarme, lo strazio, l’ambulanza, la corsa all’ospedale locale, poi il trasferimento nella capitale, al Royal London Hospital in qualche modo intonato a quel suo nome da principino (Archie come il figlio di Andrea e Megan). A Londra la vicenda sanitaria di un giovane uomo con il tronco encefalico che non mostrava segni di vita si è intrecciata sempre più con la vicenda giudiziaria degli adulti intorno, i suoi familiari distrutti, i medici, i magistrati. Per giorni, per settimane, il caso di Archie è stato furtivamente e giustamente catalogato in due parole, «incidente domestico». Una tragedia spuntata d’improvviso nella tranquilla cittadina di Southend nel placido Essex, la storia di un fantastico ragazzino come tanti, adorato e adorante, con la passione per la ginnastica e le arti marziali, un ragazzino di passaggio in quella terra di mezzo dove i fili dell’età si ingarbugliano e ci si vede bambini e grandi insieme, con il coniglietto Simeone da coccolare e l’accesso ai social per restare «collegati» agli amici e sfidare il mondo.
L'esperto di etica medica e legge spiega: la decisione è sempre presa nell'interesse del paziente, ma nel caso di Archie la scelta dei medici differiva da ...
Casi come quello di Archie Battersbee sono piuttosto rari perché in genere genitori e medici concordano sulla decisione da prendere in riferimento a bambini gravemente malati. Una logica conflittuale che in un contesto del genere può diventare devastante per entrambi i fronti, specie se si somma il carico mediatico che si è generato e che è in grado di polarizzare l’opinione, che si schiera anche se magari non conosce tutti i dettagli. C’è una domanda che molti si pongono e cioè perché la mamma di Archie non abbia potuto scegliere del destino del figlio.