Incentrato sulla lotta all'ultimo sangue tra l'implacabile cacciatore alieno e i membri di una tribù comanche, l'action horror su Disney+ è probabilmente il ...
Il banco di prova destinato a rivelare la sua vera natura è l’incontro con il cacciatore alieno introdotto nel 1987 nel popolarissimo Predator diretto da John McTiernan, con Arnold Schwarzenegger. Armato fino ai denti con un equipaggiamento sofisticatissimo, dotato di un sistema di occultamento, alimentato solo dal desiderio di scontrarsi con avversari degni, il predatore senza nome si imbatterà in svariati potenziali sfidanti: bestie feroci, cacciatori bianchi, Taabe e i suoi compagni di caccia, e la solitaria Naru. Prey è una pellicola fortemente promossa dalla comunità dei nativi americani comanche ed è quasi tutta recitata in questa lingua: questo fattore, unito a una fotografia e a scenografia che indugia tra radure brumose e foreste fosche (è tutto completamente girati in esterni) rende la confezione del incredibilmente suggestiva. Come suggerisce il titolo, l’attenzione si sposta dal predatore (predator) all preda (prey): non necessariamente Naru, ma chiunque si pari di fronte al sanguinario mostro.
Un Predator primordiale in Prey, film Disney+ poco avvincente, diretto da Dan Trachtenberg e in uscita il 5 agosto 2022.
A livello di narrazione, la sceneggiatura di Prey si affida a una continua ripetizione di sequenze relative a caccia e lotta tra Naru (o altri cacciatori del villaggio) e l’invisibile minaccia, che si susseguono tra loro senza definire una reale soluzione di continuità. In questo senso, l’andamento del film non si può definire avvincente, nel momento in cui ci si trova davanti all’iterazione piuttosto sfacciata dello stesso schema narrativo. Già dietro la regia di Cloverfield Lane e altri film di genere, Dan Trachtenberg firma anche l’ultimo capitolo della saga Predator e con Prey punta su una resa verosimile della cultura Comanche dell’epoca, divertendosi a intrecciarla con un’infinità di elementi di fantascienza. La trama segue i continui scontri tra i combattenti Comanche e l’imprendibile mostro, fino all’immancabile scontro finale proprio con Naru, non perdendo occasione per provare a definire i confini sociali entro cui la giovane protagonista si deve muovere, visto che, in quanto ragazza, si trova più volte a dover fronteggiare pregiudizi e limiti a lei imposti da parte degli aitanti uomini della comunità. Forse anche per questo Naru trova nel suo fidato segugio il migliore dei compagni di vita.
Ecco la recensione di Prey, nuovo film del franchise di Predator che cerca di trasportare le atmosfere degli Yautja nell'America del 1700.
Dan Trachtenberg riesce a reintrodurre tutte le caratteristiche della serie, come i trofei o la tipica tecnologia, in maniera naturale e coesa con la struttura del film, e coi neofiti che comprenderanno facilmente cosa ha reso queste creature così iconiche all’interno della cultura pop. In oltre dieci minuti di film, Midthuner è praticamente da sola a gestire lo schermo, intenta ad esplorare e affrontare i pericoli della natura. In una delle prime sequenze è già evidente il rapporto di allieva e mastro, oltre che parentale, che è presente tra Naru e Tabee. In questo modo il regista ha deciso di puntare fortemente sull’ambientazione, in un tour della natura composto da lunghi piani dei paesaggi e riprese suggestive come quella della foresta bruciata. In oltre trent’anni di storia del cinema, molti registi hanno cercato di svecchiare il semplice concept della preda umana e cacciatore alieno. Il primo film del 1987 ha introdotto nella cultura POP internazionale un universo narrativo unico, grazie alla cultura degli Yautja e del loro desiderio di sfidare altri cacciatori.
Prey, diretto da Dan Trachtenberg e scritto da Patrick Aison, è il quinto film della saga di Predator e fa da sequel a tutto il franchise.
Il Predator non la considera nemmeno una minaccia, per questo la lascerà vivere ancora e ancora. É una storia di resistenza e di sangue. La forza bruta non è la risposta, per lei, fisicamente più debole. La prima idea per il film è stata sviluppata nel 2018, durante la produzione di The Predator. L’idea era di creare una sorta di origin story per l’antagonista, spiegando come e quando arrivò sulla terra la prima volta. Non ha bisogno di convenevoli. Prey è disponibile su Disney+ dal 5 agosto 2022.
Prey rivitalizza il franchise di Predator con una sorta di prequel che vede protagonista una giovane ragazza comanche.
Il franchise di Predator trova finalmente la giusta chiave di lettura e riporta alle atmosfere da tipico survival-movie, con la lotta per la sopravvivenza da parte della giovane protagonista in un contesto selvaggio dove il pericolo può nascondersi ovunque. Sin dai primi secondi, con citazioni che guardano a classici del western come Sentieri selvaggi (1956), si nota l’estrema cura nella gestione dei paesaggi e delle scelte fotografiche, con le immense pianure e le soffici nuvole bianche che si stagliano nel cielo azzurro che offrono scorci altamente evocativi, il tutto accompagnato da una colonna sonora che flirta con l’epica in un crescendo di pathos. L’azione è dura e pura, senza compromessi, con una violenza sanguigna ma mai eccessiva che si esalta in eroiche scene madri e si sublima in quell’epilogo dolce-amaro, dove vittoria e perdita ballano su un confine sottile.
Prey, il prequel di Predator, è arrivato in streaming su Disney Plus: l'accoglienza critica è stata decisamente positiva...
Recensioni che hanno confermato quello che era emerso dalle solitamente meno attendibili “first reactions”. La positiva accoglienza critica di Prey viene inevitabilmente riflessa anche dalla percentuale che la pellicola ha ottenuto su Rotten Tomatoes. Come potete vedere nello screenshot qua sotto, attualmente, a fronte di 125 recensioni prese in esame, il lungometraggio si è attestato su un positivissimo 91% di recensioni positive: Oggi 5 agosto Prey, il prequel di Predator, è arrivato in streaming su Disney Plus all’interno della sezione Star. Il film era già stato accolto in maniera decisamente positiva dopo la proiezione avvenuta al Comic-Con di San Diego ma la vera “consacrazione” è arrivata quando è scaduto l’embargo sulle recensioni.
La recensione di Prey, il nuovo lungometraggio della saga di Predator, disponibile su Disney+ dal 5 agosto.
E sarà in questo contesto che comparirà il personaggio di Predator, capace di seminare terrore in un territorio in cui la caccia è questione di sopravvivenza quotidiana. Perché, in questi casi, non si tratta dell’idea di utilizzare la forza bruta e le armi, ma anche di comprendere il contesto generale e di saper agire in base a chi e cosa ci si trova davanti. Il personaggio di Naru mostra tutta la sua capacità di di destreggiarsi tra forza, conoscenza delle proprietà curative, collaborazione con animali che diventano compagni di vita e di caccia in mezzo alle foreste, ed altro ancora. Amber Midthunder, interprete di Naru, sembra essere una figura più che azzeccata per la parte, ed aiuta molto vedere i dettagli scenografici e di messa in scena aderenti e credibili rispetto al contesto storico proposto. Prey, film prequel della saga di Predator, è appena uscito su Disney+, e questa volta l’universo narrativo con il kaiju protagonista ci porta indietro nel tempo, all’epoca in cui la caccia era una questione di sopravvivenza e di modo di vivere, ed in cui un altro tipo di caccia (massificata) stava facendo nascere un concetto di sfruttamento capitalista delle risorse naturali. La protagonista di Prey è Naru, giovanissima guerriera che abita nella nazione dei Comanche, e che vive in un periodo lontano, 300 anni fa rispetto alla nostra epoca.
Prey, il prequel di Predator diretto da Dan Trachtenberg, contiene un easter egg molto interessante, legato a Predator 2.
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La recensione di Prey, prequel di Predator in cui al posto della forza bruta di Arnold Schwarzenegger c'è l'intelligenza di un'adolescente comanche.
L’attrice Amber Midthunder è un talento in ascesa e al posto dei muscoli di Arnold Schwarzenegger può contare sulla sua espressività e sulla capacità di adattamento del personaggio. Contrariamente alla forza bruta di Schwarzenegger, in Prey la lotta per la sopravvivenza diventa come una partita a scacchi, una lotta di strategia. Predator non è cambiato, ma il punto di vista è completamente ribaltato: qui si dà grande attenzione all’ambiente, usato in modo strategico e visto come un alleato più che come qualcosa da sfruttare, e all’intelligenza della protagonista. La sopravvivenza e la paura. In una parola è intelligente e coltiva la sua grande capacità di collegare rapporti di causa effetto. Essendo semplice ed essenziale, il film è universale, offrendo tanti spunti di lettura. È questa l'intuizione buona di Prey: tornare al primordiale, agli istinti presenti in ognuno di noi. Anche in senso letterale, dato che, se conoscete gli altri film di Predator lo sapete, l'alieno venuto sulla Terra con intenzioni tutt'altro che affettuose (dimenticatevi il "telefono casa" di E.T.) è in grado di rendersi invisibile. Per girare Prey l'attrice di origini Sioux Amber Midthunder si è sottoposta a duri allenamenti in quello che chiama "il Prey Boot Camp": non ha paura di sporcarsi le mani, di buttarsi nel fango fino a farsi ricoprire totalmente. Una volta che finalmente lo vediamo è proprio come lo ricordavamo: fauci spaventose, corpo massiccio, armi avanzatissime. A partire dal titolo: laddove avevamo Predator (predatore), adesso c'è Prey (preda). Questa volta siamo negli Stati Uniti, nelle pianure nel sud, in quello che era il territorio dei Comanche, non più nella giungla del Centro America. E siamo nel '700, senza le armi anni '80 di militari carichi fino ai denti. Ricordate l'episodio di Buffy dedicato alla Prima Cacciatrice? Probabilmente lei e Naru avrebbero potuto essere una bella squadra.
Arriva oggi su Disney+ Prey, il prequel di Predator ambientato nell'America del 1700 in cui il letale cacciatore alieno se la deve vedere con una tribù di ...
I filmmaker si sono impegnati a creare un film che fornisse un ritratto accurato dei Comanche e garantisse un livello di autenticità che fosse fedele alle popolazioni indigene. Cresciuta all’ombra di alcuni dei più leggendari cacciatori che si aggirano per le Grandi Pianure, Naru intende proteggere la sua gente quando un pericolo minaccia il suo accampamento. Difatti, le scene parlate sono state rigirate anche in lingua comanche, quindi si tratta effettivamente di un montaggio diverso, e per questo dovrete cercare questa versione tra gli extra del film, accanto al trailer.
Il finale del film di Dan Trachtenberg lascia intendere che un secondo capitolo potrà vedere la luce, con Prey 2 che potrebbe vedere la luce.
Infatti, precedentemente Naru aveva fatto amicizia con un cacciatore di pelli bianco che regala alla ragazza una pistola, la stessa arma a pietra focaia del XVIII secolo che uno degli alieni consegna a Danny Glover alla fine di Predator 2. Tuttavia, alla fine del film, durante i festeggiamenti e la nascita della “leggenda di Naru”, strani movimenti tra le nuvole rivelano l’arrivo di altre navi aliene pronte a sbarcare sulla terra altri Yautja. Naru, dopo mille peripezie, riuscirà a sconfiggere il Predator portando a casa, come simbolo di vittoria, la testa mozzata dell’alieno cacciatore.