Continuano a salire i numeri delle persone contagiate dal West Nile virus e delle vittime della febbre del Nilo: ecco come fare a difendersi.
La prevenzione consiste principalmente nel proteggersi dalle punture di zanzare ed evitare di metterle nelle condizioni di riprodursi. Nei casi più gravi è necessario il ricovero in ospedale, dove i pazienti sono trattati con fluidi intravenosi e respirazione assistita per evitare disidratazione e malfunzionamento die polmoni. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi possono risultare negativi, e pertanto è consigliato ripetere le analisi. - Tremori. - Disorientamento. Negli anziani e nelle persone fragili, la febbre West Nile può manifestarsi anche in forma molto grave. - Debolezza. - Vomito. - Nausea. La maggior parte delle persone infette non ha sintomi. La febbre non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Crescono i casi di febbre West Nile in Italia. Nel Padovano sono ben 49 i contagi accertati nel giro di poco più di 20 giorni, con l’Azienda Ospedale Università di Padova in piena emergenza.
Cresce la preoccupazione nel Padovano per il contagio da “febbre del Nilo”. Con 49 casi accertati finora, nel giro di poco più di 20 giorni l'Azienda Ospedale - ...
“Devo ringraziare il personale del laboratorio di analisi, che sta lavorando a pieno regime per poter arrivare a confermare nel più breve tempo possibile questi i casi sospetti. Cresce la preoccupazione nel Padovano per il contagio da “febbre del Nilo”. Con 49 casi accertati finora, nel giro di poco più di 20 giorni l’Azienda Ospedale - Università di Padova, ha dovuto far fronte a questa nuova emergenza che sta mettendo sotto pressione la struttura. “In questi giorni la pressione della West Nile sulle strutture dell’ospedale è progressivamente aumentata.
Sono 42 i casi confermati in Italia di infezione da virus West Nile nell'uomo, dall'inizio di giugno al 26 luglio. Un uomo ha perso la vita nel Venezia…
L'appello da malattie infettive dell'Azienda ospedaliera padovana è di non sottovalutare i sintomi non appena si presentano e presentarsi subito in una ...
Attualmente non c’è una terapia d’elezione, curiamo i sintomi e nel caso di meningiti e meningoencefaliti si interviene con farmaci ad hoc per contenere gli effetti sul sistema nervoso centrale». L’avvertimento di Cattelan è di non sottovalutare i sintomi appena si presentano e rivolgersi al più presto a una struttura ospedaliera: «È bene non procrastinare l’arrivo in ospedale nel caso si abbia importante febbre con cefalea, nausea, vomito o stato confusionale». Solo negli ultimi tre giorni abbiamo avuto otto conferme di positività in pazienti che abbiamo ricoverati per i gravi sintomi della West Nile nelle nostre strutture». I pazienti che finora sono arrivati in ospedale a Padova accusano «malessere spesso diffuso – ha aggiunto Dal Ben – con i tipici sintomi di una forte influenza, talvolta con abbinati anche fenomeni neologici». Un fenomeno che il dirigente invita a non sottovalutare, visto che a favorirne la diffusione sono anche le condizioni meteorologiche, con la perdurante siccità. L’emergenza Covid pare aver del tutto lasciato posto a quella della West Nile, almeno qui a Padova: «Nel reparto di malattie infettive eravamo molto concentrati sul Covid – ha spiegato la direttrice dell’unità complessa per malattie infettive dell’Azienda ospedaliera, Anna Maria Cattelan – ma in questi giorni la West Nile ha soppiantato per presenze il virus precedente, impegnando ora molte energie del nostro reparto.
Tre i casi di contagio del virus West Nile nel Piemonte: in provincia di Novara e Vercelli, ora a Moncalieri.
Il nome della malattia viene dal distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. Altri casi vengono segnalati in tutta Italia: pochi giorni fa, a Padova, è morto un anziano. TORINO. West Nile Virus: terzo caso in Piemonte. I primi due, nei giorni scorsi, si erano registrati in provincia di Novara (culminato nel decesso di una donna) e a Vercelli. Il terzo caso, comunicato oggi, è torinese: è stato individuato a Moncalieri, su una donna di 75 anni ora ricoverata in Medicina all’ospedale Santa Croce. Anche in Piemonte, quindi, cominciano ad aumentare le segnalazioni su una malattia che, insieme al Covid e al Virus delle scimmie, tiene banco in questa estate.
Il virus della 'febbre del Nilo' colpisce la fascia di età tra i 30 e gli 80 anni, a Padova superati i 10 ricoveri. Si trasmette con la puntura della ...
Il primo il 16 luglio scorso un anziano di 83 anni è morto in Veneto, a Piove di Sacco, per una grave forma di encefalite dovuta al virus West Nile, cui era risultato positivo. In questi giorni sono state registrate persone positive anche Modena e a Ravenna . La Provincia di Padova è quello dove si sono registrati due vittime riconducibili alla West Nile , tutti nel mese di luglio. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma . Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. A questi ricoveri si aggiungono altri sei casi dimessi di recente ed un altro caso curato con il medico di base. Da qualche singolo caso, che si poteva ritenere sporadico, sono stati superati in questi giorni i 10 ricoveri di persone colpite dal virus, in una fascia di età dai 30 agli 80 anni ”.
Non si arresta la corsa dei contagi del virus West Nile in Veneto, la malattia infettiva trasmessa dalla puntura dalle zanzare.
La malattia è diffusa soprattutto in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In Italia il primo focolaio risale all’estate del 1998, quando sono stati accertati alcuni casi tra i cavalli nell’area di Padule di Fucecchio, in Toscana. A seguito di tale evento, il ministero della Salute ha attivato dal 2002 il Piano nazionale di sorveglianza, al fine di monitorare la circolazione del virus su tutto il territorio nazionale. Dei 42 casi ufficiali finora ufficialmente confermati e riportati dall’Iss, 21 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (7 Emilia-Romagna, 12 Veneto, 2 Piemonte), 12 casi sono stati identificati in donatori di sangue (3 Lombardia, 6 Veneto, 3 Emilia-Romagna) e 9 casi hanno mostrato sintomi da febbre (1 Lombardia, 7 Veneto, 1 Emilia-Romagna). Per il momento sono 5 i decessi tra i casi confermati (3 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna). Il primo caso di West Nile è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, all’interno del distretto West Nile da cui il virus prende il nome.
Risultato positivo un 55enne con febbre, che non è ricoverato in ospedale. Nei giorni scorsi un altro caso nelle vicinanze: scatta la procedura di ...
Il nuovo caso riguardante il territorio di Camponogara, rilevato grazie all'attento monitoraggio dell'Azienda sanitaria veneziana, si somma ad un precedente caso nello stesso territorio a distanza ravvicinata e ravvicinato nel tempo: "Dopo i primi casi isolati - sottolinea il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, il dottor Vittorio Selle - ora ci troviamo di fronte al primo 'cluster' nel territorio della nostra Usl 3. Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito Solo pochi giorni fa la notizia della morte di un’anziana di Mira, la prima vittima nel 2022 di West Nile.
L'azienda sanitaria veneziana ha registrato un nuovo caso confermato di contagio da virus West Nile. Il contagiato è un uomo di 55 anni, residente in ...
Il nuovo caso, rilevato grazie al monitoraggio dell'Ulss 3, si somma a un precedente caso nello stesso territorio a distanza ravvicinata: «Dopo i primi casi isolati - sottolinea il direttore del dipartimento di prevenzione, Vittorio Selle - ora ci troviamo di fronte al primo cluster nel territorio di nostra competenza. «È di queste ore una ulteriore disposizione della Regione Veneto - sottolinea Selle - che ribadisce le linee guida del contrasto al West Nile Virus: questa ulteriore disposizione sottolinea nuovamente come le azioni adulticide vadano riservate a casistiche particolari, tra le quali appunto un cluster conclamato». La nota della Regione ribadisce che si parla di "cluster" quando si hanno "due o più casi che si verificano nel raggio di 2 chilometri in un intervallo temporale di quindici giorni dall'inizio dei sintomi", e sottolinea come nel contesto di cluster "devono essere valutati ulteriori interventi di contrasto" e come "in base allo scenario di rischio il dipartimento di prevenzione dovrà valutare l'indicazione anche ad interventi adulticidi in contesti limitati". Un nuovo caso di West Nile Virus determina il primo "cluster" nel Veneziano
La febbre del Nilo colpisce ancora nel primo "cluster" del territorio. Già 49 i contagi a Padova. Le linee guida della regione.
In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale”. “La diagnosi – si legge in una nota dell’Iss -viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale. “E’ di queste ore una ulteriore disposizione della Regione Veneto che ribadisce come le azioni adulticide vadano riservate a casistiche particolari, tra le quali appunto un ‘cluster’ conclamato – sottolinea Selle -.
I dati della sorveglianza integrata dell'anno 2021, raccolti in ottemperanza al Piano nazionale integrato delle Arbovirosi, sono riassunti nel bollettino ...
Una ventina i ricoverati. Cattelan (Azienda): «Al reparto malattie infettive ha superato per presenze i casi di Covid». Il dg dell'Azienda Dal Ben:...
Attualmente non c’è una terapia d’elezione, curiamo i sintomi e nel caso di meningiti e meningoencefaliti si interviene con farmaci ad hoc per contenere gli effetti sul sistema nervoso centrale». Cattelan aggiunge un consiglio: « È bene non procrastinare l’arrivo in ospedale nel caso si abbia importante febbre con cefalea, nausea, vomito, o stato confusionale. «Dopo i primi casi isolati - sottolinea il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl 3 Vittorio Selle - ora ci troviamo di fronte al primo “cluster’”nel territorio della nostra azienda sanitaria. «Si tratta di pazienti - ancora Dal Ben - che accedono in ospedale con un malessere spesso diffuso, con i tipici sintomi di una forte influenza, talvolta con abbinati anche fenomeni neurologici. Solo negli ultimi tre giorni abbiamo avuto otto conferme di positività in pazienti che abbiamo ricoverati per i gravi sintomi della West Nile nelle nostre strutture». Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, conferma l’andamento del fenomeno e la localizzazione. Sommando i dati dell’Azienda a quelli dell’Usl, si arriva a una ventina di ricoverati per West Nile (febbri o, nei casi più gravi, encefaliti). Con 49 casi fin qui accertati tra città e provincia, inoltre, il Padovano si conferma epicentro in Veneto del virus isolato per la prima volta in Uganda nel 1936 (nel distretto ugandese del West Nile, appunto). «In questi giorni la pressione della West Nile sulle strutture dell’ospedale è progressivamente aumentata.
Primo caso di West Nile virus, malattia trasmessa dalle zanzare che può attaccare il sistema nervoso centrale fino a diventare letale (anche se in un numero ...
In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (una persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi che possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra due e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Primo caso di West Nile virus, malattia trasmessa dalle zanzare che può attaccare il sistema nervoso centrale fino a diventare letale (anche se in un numero di casi limitato), nel Torinese. Ieri, meercoledì 3 agosto 2022, è stato comunicato alla Regione Piemonte dall'ospedale Santa Croce di Moncalieri, dove è ricoverata una donna di 75 anni nel reparto di medicina.
In Italia è allarme virus West Nile, con 49 ricoverati e una donna defunta. Scopriamo di più sulla malattina e sui sintomi che l'accompagnano.
Inoltre, i pazienti possono cadere in coma e morire. - mal di testa; I sintomi in questi casi possono essere: - mal di testa; Questo è il periodo di tempo che intercorre tra l’infezione con l’agente patogeno e la comparsa dei primi sintomi. Al momento la malattia si sta diffondendo a macchia di leopardo in tutta la nazione.
Il virus viene trasmesso dal morso di una zanzara. La maggior parte dei pazienti presenta sintomi lievi ma alcuni possono sviluppare una grave...
È compito degli operatori sanitari essere vigili e attentissimi per evitare la possibile trasmissione del virus attraverso trasfusioni di sangue o trapianti d’organo. Per fare ciò è necessario mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua, introdurre pesci in vasche e fontane, chiudere con coperchi o coprire con teli i bidoni e i recipienti che non possono essere spostati, svuotare i sottovasi ed altri recipienti almeno una volta alla settimana. La maggior parte dei pazienti presenta sintomi lievi o assenti, ma alcuni sviluppano una grave infezione che coinvolge il sistema nervoso centrale.
Il virus del Nilo Occidentale è trasmesso principalmente dalle zanzare. Ecco cosa bisogna sapere e come evitare il contagio. Tempo di lettura: 5 minuti.
La prevenzione è molto importante anche nel caso del virus del Nilo Occidentale. Poiché esso è trasmesso principalmente dalle zanzare, è bene proteggersi da esse ed evitare che si riproducano. Il virus è stato trovato anche in diverse specie di zecche, ma queste non sono vettori importanti del WNV. Sembra anche che gli esseri umani non sviluppino concentrazioni virali a sufficienza da trasmettere la malattia alle zanzare. Sono allo studio dei vaccini, che potranno essere molto utili, ma al momento ci basiamo sulla prevenzione". Infatti al momento non ci sono dei vaccini per gli uomini, ma esistono per i cavalli e sono stati lanciati già da molti anni, dal 2009. L'Azienda Ospedale - Università di Padova comincia ad accusare la pressione nell'affrontare questa nuova emergenza, infatti al momento sono più i ricoverati per WNV che per Covid. Ci sono 12 persone ricoverate di età comprese tra i 30 e gli 80 anni. Mentre è ancora alta la guardia contro il Covid 19 e si pensa al vaccino anche contro il vaiolo delle scimmie, cresce la preoccupazione per il virus del Nilo Occidentale, in inglese West Nile virus (WNV), nonostante sia presente in Italia già da molti anni. Infatti è stato trovato soprattutto negli uccelli, ma anche negli insetti come i moscerini e le zanzare, fino ai rettili e gli anfibi.
Focolaio nel Veneziano. Russo ai sindaci: «Rimozione delle larve»
«La tempestività e la completezza sono fondamentali a garantire l’efficacia delle misure di sanità pubblica di controllo delle zanzare», scrive Francesca Russo. «Siamo all’erta, in effetti non è semplice la diagnosi, dato che non disponiamo degli strumenti di indagine ospedaliera — ammette Maurizio Scassola, segretario regionale della Fimmg (medici di famiglia) —. Al momento non rileviamo un aumento anomalo delle febbri, ma solleciterò i colleghi a segnalare prontamente i casi sospetti di West Nile. Devo anche dire che non risultano molte disinfestazioni da parte dei Comuni». In effetti l’impressione è siano saltati gli interventi larvicidi suggeriti a partire da marzo e che ora a correre ai ripari siano i sindaci dei territori interessati dai contagi. Una a Comuni e Usl, che esorta a collaborare «per meglio fronteggiare l’emergenza in corso», attraverso tre operazioni: la comunicazione alla cittadinanza, «al fine di richiamare l’adozione delle misure individuali per la protezione dalle punture di zanzara e per la rimozione dei focolai larvali»; azioni ordinarie di contrasto alle zanzare (lo sfalcio periodico dell’erba, l’intensificazione dei trattamenti larvicidi, rimozione e bonifica dei focolai larvali in sottovasi, teloni con possibili raccolte d’acqua, secchi, contenitori cavi, il trattamento delle caditoie); e gli interventi straordinari in presenza di cluster. Il sistema di sorveglianza del ministero della Salute ha rilevato il primo pool di zanzare positive al virus il 7 giugno nella provincia di Vicenza. Ma non è l’unico allarme: finora nel Veneto sono stati diagnosticati pure due casi di Toscana virus (a Padova) e 24 di Tbe (encefalite da zecche), 14 dei quali a Belluno. Misura da adottare anche «in occasione di grandi eventi come sagre, fiere, cinema all’aperto a svolgimento serale/notturno, da effettuare in un unico intervento la sera antecedente». E’ il secondo caso diagnosticato nel Comune veneziano a distanza ravvicinata e in tempi stretti, quindi configura il primo cluster del Veneto. Una nota del Dipartimento regionale di Prevenzione precisa infatti che si può parlare di cluster «quando due o più casi si verificano nel raggio di 2 chilometri e in un intervallo temporale di quindici giorni dall’inizio dei sintomi». «Dopo i primi eventi isolati — conferma il dottor Vittorio Selle, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Serenissima — ci troviamo di fronte al primo focolaio, prevedibile viste le particolari condizioni climatiche di quest’estate. Abbiamo avvisato il Comune di Camponogara e sono già state avviate le procedure per una disinfestazione speciale delle zanzare adulte nell’area interessata». I vettori del West Nile sono infatti le zanzare Culex ( qui tutte le informazioni sulla malattia): pungono dal tramonto all’alba e non c’entrano con le diurne «Tigre», responsabili della diffusione di altre malattie, come la Dengue, che ha già infettato nove persone rientrate in Veneto da Africa, Brasile, Cuba e Maldive. Si aggiunge il nuovo contagio rilevato il 3 agosto dall’Usl Serenissima in un 55enne di Camponogara, che abita in campagna, è sintomatico, ha la febbre ma non necessita di ricovero.
CODOGNÈ - Quasi un centinaio di zanzare positive al West Nile sono state rilevate in via Campocervaro a Codognè. L'area interessata è una zona residenziale, ...
CODOGNÈ - Quasi un centinaio di zanzare positive al West Nile sono state rilevate in via Campocervaro a Codognè. L'area interessata è una zona residenziale, una laterale di via XXX Ottobre, il lungo rettilineo che dal municipio porta verso la Cadore-Mare. La notizia ha subito sollevato preoccupazione tra i cittadini ma il sindaco Lisa Tommasella invita alla calma: «Siamo in contatto con L'Usl 2 per gestire il problema». La scoperta delle zanzare positive al West Nile è arrivata in seguito al monitoraggio epidemiologico delle trappole effettuato annualmente dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, con finalità preventive. Il Servizio Igiene e Sanità pubblica provvederà ad un monitoraggio epidemiologico rafforzato nelle prossime settimane, segnalando tempestivamente al Comune ulteriori azioni di Sanità pubblica ove necessarie. Per la precisione sono 77 le zanzare riscontrate positive al West Nile. La notizia è stata subito pubblicata ieri sera sul sito ufficiale del Comune e rilanciata in un post sui social dal sindaco Tommasella che spiega: «Le zanzare trovate positive al West Nile sono esattamente 77.
Dalla prima rilevazione a giugno 2022, sono 42 i casi di infezione umana da West Nile virus: vediamo come si trasmette, che malattia provoca e cosa si può ...
Come riporta l’Iss, non esiste un vaccino per la febbre del West Nile, per la quale le principali azioni di prevenzione consistono soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare e impedire la loro riproduzione. Il virus West Nile è un virus della famiglia dei Flaviviridae, individuato per la prima volta nell’omonima regione dell’Uganda settentrionale, in Africa, ma ormai endemico in Europa meridionale, orientale e occidentale. Tuttavia, in una minima percentuale di persone infette (meno dell’1%), in particolare in quelle immunodepresse e nelle persone anziane, l’infezione da West Nile virus può manifestarsi nella cosiddetta forma neuro-invasiva, provocando febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.
In 7 giorni. 55 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (ANSA)
La presenza del West Nile Virus è stata confermata in 15 uccelli appartenenti a specie bersaglio e in 10 uccelli selvatici, così come in 100 virus pool di zanzare catturati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte Emilia Romagna e Lombardia . In Italia, la sorveglianza epidemiologica del West Nile (Wnv) è curata dal Dipartimento di Malattie infettive dell'ISS e dal Centro studi malattie esotiche (Cesme) dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, in collaborazione con il Ministero della Salute, A regolarla è il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025, che integra una parte relativa alla sorveglianza dei casi umani e una parte relativa alla sorveglianza veterinaria. "Sono più che raddoppiati nell'ultima settimana", in Italia, i casi di infezione da West Nile Virus nell'uomo.
55 casi si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Sono alcuni dei numeri riportati nel bollettino dell'Istituto superiore di sanità sull'attività di ...
Dall'ultimo bollettino emerge che la presenza del West Nile Virus è stata confermata in 15 uccelli appartenenti a specie bersaglio (in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto) e in 10 uccelli selvatici (in Veneto, Lombardia e Sardegna), così come in 100 pool di zanzare catturati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte Emilia Romagna e Lombardia. In Italia nell'ultima settimana "sono più che raddoppiati" i casi di infezione da West Nile Virus nell'uomo. Dall'inizio di giugno 2022 sono stati confermati 94 casi, più del doppio rispetto ai 42 segnalati la scorsa settimana. 55 casi si sono manifestati nella forma neuro-invasiva.
Veritas distribuisce gratuitamente ai cittadini i prodotti larvicidi (fino a esaurimento scorte).
Il trattamento va ripetuto ogni 4 settimane e dopo forti ed abbondanti acquazzoni, fino a fine settembre/metà ottobre. Utili consigli per difendersi dalle zanzare sono contenuti nella brochure informativa scaricabile dal sito della Regione Veneto www.regione.veneto.it/web/sanita/arbovirosi Per ogni caditoia/tombino/griglia/pozzetto nelle quali si raccolga acqua piovana va inserita una singola tavoletta. A questo scopo, anche in considerazione del fatto che il virus West-Nile - considerato endemico nel nostro territorio - viene trasmesso con la puntura di zanzare infette all’uomo e agli animali, generalmente equini ed uccelli, gli enti preposti ricordano che tutta la comunità è chiamata ad attuare le misure per la riduzione dei focolai di infestazione nelle aree private, secondo quanto disposto dall'ordinanza sindacale n. La zanzara però si riproduce anche in piccole raccolte di acqua ed è quindi indispensabile che il contrasto alla proliferazione di questo insetto sia condotto anche nelle aree private, che sono il 70% del territorio comunale. - Mestre, Via Porto di Cavergnago 99, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle 12.30
Casi più che raddoppiati in una settimana: 55 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Non esistono vaccini ma ecco cosa si può fare per ridurre il ...
Il primo caso umano della stagione di West Nile è stato segnalato dal Veneto a giugno nella provincia di Padova. Ma come sono stati identificati? Al momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare. - Articolo: West Nile e Dengue: sintomi, trasmissione e come difendersi